La Asl Napoli 1 blocca le erogazioni. La prima a fermarsi, dal 4 maggio, è stata la branca di Cardiologia. Controlli e visite sono dunque da questa data a pagamento. Il 9 maggio è toccato alla diabetologia, il 10 alla Medicina di Laboratorio. A seguire, il 18 maggio, è toccato alla Radiologia, dal 24 sono ferme le attività di medicina nucleare, mentre dal 27 maggio si sono esaurite le risorse per le visite in tutte le branche.
Questa la situazione nella Asl Napoli 1, dove il budget per le prestazioni, necessarie per soddisfare il fabbisogno di salute dei cittadini, sono a carico degli utenti per tutta l’area della specialistica ambulatoriale, fatta eccezione per la radioterapia (che dovrebbe esaurirsi il 15 luglio). Le attività in accreditamento, a carico del Servizio sanitario regionale, dovrebbero riprendere dal 1° luglio.
Il criterio della mensilizzazione, elaborato dall’ex commissario per la Sanità regionale Joseph Polimeni, è in via di adozione anche ora che c’è come governatore della Campania Vincenzo De Luca. La motivazione di De Luca è legata al suo proposito di aumentare l’attività dei centri pubblici a danno di quelli privati accreditati.
Come annunciato in conferenza stampa qualche settimana fa, la programmazione in questo settore, analisi di laboratorio e radiodiagnostica su tutti, prevede l’incremento dell’attività nelle aziende pubbliche, per effetto di aumento del personale, migliore tracciabilità dei flussi, miglioramento delle dotazioni tecnologiche, aumento dell’accuratezza delle registrazioni di prestazioni. L’obiettivo dichiarato della Regione è di “tendere ad avvicinarsi quanto più possibile a livelli di prestazioni coerenti con i bisogni di salute della popolazione e tendenti agli standard nazionali, senza ulteriori tagli, effettuando una redistribuzione ragionata, anzi aumentando il plafond totale per il 2018 di circa 5.500.000,00 e per il 2019 di oltre 2.200.000,00.
Il problema, però, è che un malato di tumore o un paziente affetto da altra patologia cronica e degenerativa, può avere bisogno sia di prestazioni di laboratorio (per controlli riguardo alle conseguenze di chemio e radio) sia di indagini diagnostiche per misurare l’andamento della terapia. Indagini ed esami che solo per i ricoverati è possibile effettuare in ospedale e che invece sono erogati prevalentemente nei centri accreditati per la facilità di accesso e la brevità delle liste d’attesa che riguardano questi malati.
Intanto, le associazioni di categoria, con la Federlab in testa, sono intenzionate a fare fronte comune contro le decisioni della Regione.
Articolo pubblicato il: 4 Giugno 2018 10:28