Il prossimo concerto, inserito nell’odierna Stagione dell’Associazione Scarlatti, sarà ospitato il Quartetto Belcea, una realtà viva, aperta e dinamica grazie anche alle diverse radici culturali che convivono al suo interno.
Fondato al Royal College of Music di Londra nel 1994, il Belcea è composto da una violinista rumena (Corina Belcea) e da un violista polacco (Krzysztof Chorzelski) oltre che dai francesi Axel Schacher e Antoine Lederlin, tre diverse identità culturali che hanno saputo amalgamarsi perfettamente dando vita ad uno dei più validi e versatili quartetti presenti nel vasto panorama mondiale della musica da camera.
Le diverse influenze culturali, infatti, si sono meravigliosamente fuse in un unico e perfetto linguaggio musicale omogeneo, raffinato ed espressivo, riflettendosi anche nelle scelte di repertorio, che spaziano dalle grandi opere classiche e romantiche fino a rare pagine di grande musica, commissionate dalla formazione stessa. Inoltre, il Belcea vanta anche una vasta ed invidiabile discografia.
Nei molti anni di esclusiva con EMI ha registrato le integrali di Britten e Bartók, oltre a opere di Schubert, Brahms, Mozart, Debussy, Ravel e Dutilleux. Tra il 2012 e il 2013 ha registrato live nel Benjamin Britten Studio a Snape l’integrale dei Quartetti di Beethoven, per ZigZag Territoires, la nuova etichetta del Belcea.
Così come gli album precedenti, anche questa produzione è stata accolta calorosamente dalla critica, aggiudicandosi l’Echo Klassik Award. Recentemente i musicisti hanno creato il Belcea Quartet Trust, il cui scopo è sostenere i giovani quartetti attraverso intense masterclass e commissionare nuovi lavori ai principali compositori del panorama musicale.
Ma veniamo all’interessante programma della serata che “incastra” il Quartetto n. 3 di Britten – uno dei più grandi autori britannici del Novecento del quale la Scarlatti sta realizzando l’integrale dei quartetti per archi – tra due grandi classici come Haydn e Beethoven.
“Abbiamo studiato questo Quartetto di Britten con i membri del Quartetto Amadeus, per i quali il lavoro è stato scritto – racconta Krzysztof Chorzelski, viola del gruppo – Amiamo Haydn e pensiamo che sia molto difficile da interpretare. Per me la principale difficoltà sta nell’ottenere l’innata libertà e il senso del divertimento tipico di questa musica in una grande sala da concerto. Questi pezzi sono l’essenza della musica da camera, ci deliziano e ci ispirano.”
Il Quartetto Belcea si esibisce regolarmente nelle maggiori sale del mondo e recentemente ha registrato live l’integrale dei Quartetti di Beethoven, aggiudicandosi il secondo ECHO Klassik Award della sua carriera.
Tra gli altri premi ricevuti negli anni figurano il Diapason d’Or e il Gramophone Award. Quello che scrive il Quartetto Belcea nell’introduzione alla sua registrazione dei Quartetti di Beethoven può essere descritto come il credo artistico dell’ensemble, le cui diverse radici culturali lo rendono aperto, dinamico e libero nell’espressione.
Franz Joseph Haydn (1732 – 1809)
Quartetto in re minore op. 76 n. 2 “delle quinte”
Benjamin Britten (1913 – 1976)
Quartetto n. 3 in si bemolle maggiore op. 94
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“Ciò che sembra essere l’impulso predominante alla guida di questa musica è la brama di libertà dell’uomo, l’inesauribile desiderio di espandere i propri limiti e di scoprire la verità su sé stessi in questo processo.”
Articolo pubblicato il: 23 Marzo 2019 12:00