lunedì, Dicembre 23, 2024

AstraDoc, arrivano Sejko e De Silva: presenteranno “La macchina delle immagini di Alfredo C.”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

AstraDoc continua venerdì 1 aprile con “La macchina delle immagini di Alfredo C.”: Roland Sejko e Pietro De Silva al Cinema Academy Astra.

Il regista Roland Sejko e l’attore Pietro De Silva arrivano a Napoli per presentare il film documentario “LA MACCHINA DELLE IMMAGINI DI ALFREDO C.”. L’opera, prodotta e distribuita dall’Istituto Luce-Cinecittà, sarà proiettata al Cinema Academy Astra a Napoli venerdì 1° aprile alle 20:30 nell’ambito della rassegna “AstraDoc – Viaggio nel cinema del reale”. Nella sala di via Mezzocannone 109 Interverrà anche il Prof. Settimio Stallone, Direttore dei corsi di laurea in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell’Università Federico II.

Il film – presentato come evento speciale alla 78ª Mostra del Cinema di Venezia, ora nella short-list di documentari candidati ai Premi David di Donatello – racconta i fatti dell’aprile 1939 quando l’Italia fascista occupa l’Albania dove vengono trasferiti migliaia di operai, coloni e tecnici italiani. Bisognerà aspettare novembre del 1944 per vedere il Paese balcanico liberato. Ne segue un regime comunista che chiude i confini e che impone al Belpaese numerose condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Tra i 27mila trattenuti italiani in Albania, tra reduci e civili, c’è anche un operatore cinematografico. È Alfredo C. che ha lavorato nella propaganda fascista, girando per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa.

In realtà, prima di superare l’Adriatico, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime. A un certo punto si ritrova a fare lo stesso ma per un regime comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. La sua storia. È il suo film quello che vediamo. E forse, non solo il suo.

L’operatore cinematografico, che ha guidato la macchina da presa per due regimi dalle “sensibilità” opposte, è stato il testimone che ha raccontato per immagini una storia che rischia ancora di essere dimenticata. Oblio e memoria, difatti, sono temi del documentario materializzati in centinaia di rulli di pellicole, una moviola inceppata, una cinepresa, una pressa da montaggio, un passafilm e altri attrezzi ormai in disuso. La pellicola – girata a Cinecittà e realizzata grazie al materiale di diversi archivi cinematografici, tra cui l’Archivio Storico Luce, quelli di Albania, Londra e Mosca – riporta all’attenzione fatti passati nel dimenticatoio.

La storia degli italiani trattenuti in Albania dopo la fine della guerra e l’arrivo del regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga degli eventi che ha travolto centinaia di migliaia di italiani in altri paesi. Erano circa 27.000 persone, diventate loro malgrado delle pedine di scambio in un gioco di potere del nuovo regime con l’Italia per il riconoscimento dell’Albania, per le riparazioni della guerra, e per la ricostruzione del Paese” (stralcio delle note del regista).

Roland Sejko, nato e cresciuto in Albania, si laurea nel 1990 alla facoltà di storia e filologia di Tirana. Dal 1991 vive a Roma e dal 1995 lavora per Istituto Luce Cinecittà dove attualmente è direttore della redazione editoriale dell’Archivio Storico Luce. Ha scritto e diretto diversi documentari distinti in maggior parte dal riuso del cinema d’archivio. Nel 2013 ha vinto il Premio David di Donatello con il suo documentario “Anija – La nave”. È curatore artistico e autore dei filmati di numerose mostre di Istituto Luce Cinecittà. È uno dei curatori del MIAC, il Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo a Cinecittà.

Pietro De Silva ha cominciato la carriera di attore sul palcoscenico affermandosi dal 1978 in compagnie stabili come quella di Gigi Proietti. Approda al cinema all’inizio degli anni ’80 ne “Il minestrone” di Sergio Citti, protagonista Roberto Benigni. Proprio Benigni lo chiamerà quindici anni più tardi ne “La vita è bella”. Per il grande schermo ha lavorato con i Fratelli Taviani, Marco Bellocchio, Sergio Castellitto e Massimiliano Bruno, partecipando ad oltre 40 film. È noto al grande pubblico per la sua partecipazione a numerose serie televisive, soprattutto ne “Il capo dei capi” dove ha interpretato il ruolo di Boris Giuliano.

Il biglietto per singola proiezione costa 4 euro. Per l’accesso è necessario il Super green pass. Informazioni e prenotazioni Arci Movie: tel 0815967493, whatsapp 3346895990, info@arcimovie.it, www.arcimovie.it.

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