Tra i feriti dell’attentato Strasburgo anche un giornalista italiano, che lotta tra la vita e la morte. Secondo una prima ricostruzione, il killer gridava “Allah Akbar”.
E’ caccia all’uomo in Francia dopo l’attacco di ieri sera in pieno centro a Strasburgo. Si cerca il 29enne Cherif Chekatt, sospettato di essere il responsabile dell’attentato. Anche la polizia tedesca sta dando la caccia a Cherif e al fratello Sami. Una portavoce della polizia di Coblenza ha confermato che la ‘caccia all’uomo’ si sta conducendo in una zona di 30 chilometri lungo il confine franco tedesco. Il drammatico bilancio dell’attacco, come riferito dal procuratore di Parigi Remi Heitz, è di due vittime e una terza persona in stato di morte cerebrale. I feriti – tra i quali c’è anche un italiano – sono 12, di cui 6 molto gravi. Le quattro persone, fermate a Strasburgo, sono il padre, la madre e due fratelli di Cherif. Lo scrive Le Parisien, secondo cui uno dei due fratelli, di nome Sami, apparterebbe alla rete degli estremisti salafiti di Strasburgo. Heitz ha anche riferito che alcuni testimoni hanno sentito urlare “Allah Akbar” durante l’attacco.
Il procuratore antiterrorismo ha detto che Cherif era già stato condannato “27 volte per reati comuni”, commessi perlopiù in Francia, ma anche in Germania e Svizzera. L’uomo “era già stato in carcere più volte”, era conosciuto “dal 2015” per la sua radicalizzazione e per questo era schedato “S” e monitorato dai servizi di intelligence francesi. La schedatura “S” indica i soggetti pericolosi per la sicurezza dello Stato. L’inchiesta, ha detto ancora Heitz, “è in corso. Dobbiamo localizzarlo, capire dov’è, il suo itinerario, identificare eventuali complici e coautori dell’atto”. Nel corso della perquisizione nel domicilio di Cherif sono stati trovati una granata, un fucile calibro 12, quattro coltelli, di cui due da caccia, e diverse munizioni. In Svizzera, Cherif è stato in carcere a Basilea, ha spiegato la portavoce dell’Ufficio federale di polizia, Cathy Maret. Secondo il giornale Blick, l’uomo è stato condannato nel 2013 per furto con scasso a 18 mesi, 16 dei quali scontati in carcere.
Il giornalista italiano ferito gravemente nell’attentato
L’italiano rimasto gravemente ferito nell’attacco è Antonio Megalizzi, un giornalista che lavora alla radio ‘Europhonica’. A quanto si apprende, il giovane sarebbe in condizioni serie e si troverebbe ricoverato in terapia intensiva. Megalizzi era in compagnia di due colleghe con cui aveva partecipato ad un forum di giornalisti quando è stato raggiunto da un proiettile. Il ragazzo, a quanto sembra, sarebbe stato colpito alla base cranica. La Farnesina conferma il ferimento di un nostro connazionale. La procura di Roma ha aperto un fascicolo dopo il ferimento di Megalizzi. Si ipotizzano i reati di strage e attentato con finalità di terrorismo.
Il sottosegretario all’Interno Laurente Nunez in un’intervista ha dichiarato che “la motivazione terroristica a quest’ora non può essere confermata. Bisogna essere prudenti quando si parla di attentato”, ha sottolineato. “L’aggressore non è conosciuto per reati legati al terrorismo”, ha poi aggiunto, ricordando comunque che “era sorvegliato” per la possibile “radicalizzazione in prigione” ma non si sarebbe mai recato in Siria, né avrebbe mai cercato di farlo.
La caccia all’uomo dopo la fuga in taxi
Dopo l’attacco il 29enne presunto attentatore è fuggito a bordo di un taxi, riferisce Bfmtv, precisando che non è chiaro se al momento avesse un passeggero in ostaggio. L’autista ha raccontato successivamente alle forze dell’ordine che l’uomo era ferito ad un braccio e si è fatto lasciare in prossimità del commissariato di polizia del quartiere di Neudorf. A rivelarlo fonti della polizia citate da Bfmtv. Ieri mattina, i gendarmi erano andati nella sua abitazione per arrestarlo ma non lo hanno trovato: l’uomo doveva essere fermato in relazione ad un caso di rapina con tentato omicidio. Tutti i suoi complici erano stati arrestati durante la retata compiuta per la rapina.
La caccia all’uomo sta impegnando 350 persone tra uomini del BRI, (Brigade de Recherche et d’Intervention), RAID (Recherche, assistance, intervention, dissuasion) e militari dell’operazione Sentinelle. Mobilitati anche gli uomini del Gign (Groupe d’intervention de la police nationale) di Dijon.
La polizia di frontiera francese ha rafforzato tutti i controlli ai confini del Paese, anche a quello con l’Italia a Mentone. Il primo confine ed essere blindato è quello che divide Strasburgo dalla Germania. Sul ‘pont de l’Europe’ che appunto segna la frontiere, la polizia sta fermando e controllando tutti i veicoli in transito. Gli inquirenti francesi infatti non escludo che l’assalitore sia riuscito o stia cercando di lasciare il territorio nazionale.
La solidarietà di Macron
Emmanuel Macron ha espresso via Twitter la “solidarietà dell’intera nazione” alle vittime dell’attacco. Verso mezzanotte il presidente ha raggiunto la cellula di crisi istituita presso il Ministero dell’Interno.