Cassa depositi e prestiti potrebbe recitare un ruolo importante nel futuro della società Autostrade ma non mancano le voci contrarie alla nazionalizzazione.
Dopo la tragedia di Genova, devastata dal crollo del ponte Morandi, al centro del dibattito politico c’è la possibile revoca della concessione ad Autostrade, la società controllata dalla famiglia Benetton che ha in gestione il tratto dove è crollato il ponte. Come riporta “Il Mattino”, domani l’ad di Cassa depositi e prestiti, Fabrizio Palermo, farà un sopralluogo nella sede di Ansaldo e avrà un incontro con Regione e Comune per valutare gli alloggi che Cdp Immobiliare intende mettere a disposizione degli sfollati.
All’interno dell’Esecutivo, il M5S sembra spingere verso la nazionalizzazione della gestione delle rete, con quella che viene definita “la futura regista della politica industriale del Paese”, vale a dire la Cdp, che potrebbe avere un ruolo fondamentale nella vicenda. Lo stesso premier Giuseppe Conte, in un’intervista al “Corriere della Sera”, nel ribadire la volontà di procedere sulla strada della revoca della concessione, ha definito assai riduttiva l’offerta di Autostrade di mezzo miliardo per l’emergenza genovese, dichiarando che per risarcire il Paese del danno provocato, il gruppo dovrebbe “quadruplicare o quintuplicare” la somma. L’obiettivo è quello di trovare “un’alternativa a cattive privatizzazioni e a un sistema concessorio mal realizzato”, spingendo Atlantia (la società della famiglia Benetton) almeno a fare spazio a un soggetto facente capo allo Stato nell’azionariato della società. Ed è in questo scenario che è spuntata l’ipotesi di un intervento della Cassa depositi e prestiti, attraverso il Fondo Infrastrutture, nel capitale di Autostrade con una quota di controllo. Tuttavia, non appena è circolata tale ipotesi, il ministero dell’Economia l’ha definita “senza fondamento”.
Autostrade, Zaia e Toti contrari alla nazionalizzazione
Se i vicepremier Salvini e Di Maio sembrano appoggiare la nazionalizzazione, non mancano dall’altro lato i pareri contrari. Come quello di parte della Lega, col governatore del Veneto, Luca Zaia. Oppure come quello del governatore della Liguria, Giovanni Toti, per cui l’idea di tornare alla nazionalizzazione “sembra una nostalgia da Prima Repubblica”.
L’alternativa, proposta dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, consiste nel rivedere i punti cardine della concessione, in primis durata e penali. Un punto d’incontro potrebbe invece essere quello della nazionalizzazione graduale, come proposto dal sottosegretario alle Infrastrutture, Michele Dell’Orco.