Avellino Calcio, una telenovela infinita. Situazione davvero paradossale quella che stanno vivendo i tifosi irpini. Da un lato, c’è la neonata società che sta attrezzandosi per vincere il campionato di serie D (con il nome di Calcio Avellino SSD, inserita nel girone G), dall’altro c’è il club di Walter Taccone che spera ancora nell’ammissione in… serie B.
Domani è infatti in programma l’udienza al Tar del Lazio. Con l’atto d’impugnazione si chiede la sospensione dei provvedimenti con i quali è stata disposta la non ammissione della società al campionato di Serie B (che, secondo la sentenza pronunciata ieri dal Collegio di Garanzia dello Sport, per la stagione 2018-2019 resterà a 19 squadre).
Dopo aver esaurito i gradi della giustizia sportiva, gli irpini chiedono di essere riammessi in Serie B per evidente “disparità di trattamento” (come sottolineato dal legale del club, Eduardo Chiacchio, alla trasmissione “Campania Sport” su Canale 21).
I margini vi sarebbero: la FIGC, lo scorso 30 agosto, ha infatti invitato Palermo e Lecce a presentare una nuova fideiussione, perché quella targata Finworld non è accettabile: l’Avellino è stato escluso proprio per aver presentato (in seconda battuta) la stessa garanzia. Lo stesso Chiacchio ha inoltre sottolineato che, in caso di esito negativo del ricorso, l’Avellino può “richiedere un risarcimento danni di almeno 30 milioni di euro”.
I tifosi sono curiosi di vedere come andrà a finire, anche perché tutti i big del club di Taccone hanno già trovato sistemazione altrove (tra gli altri, l’ex capitano Luigi Castaldo e Angelo D’angelo si sono accasati alla Casertana, mentre Matteo Ardemagni è andato all’Ascoli), così come l’allenatore Michele Marcolini ha lasciato l’Irpinia.
Articolo pubblicato il: 12 Settembre 2018 17:27