Nell’inchiesta sui diplomi falsi di Avellino, utilizzati per scalare le graduatorie dei concorsi Ata, spunta un nuovo indagato. Si tratta di un dipendente pubblico 60 enne originario di Pratola Serra, tale C.E., che sarebbe coinvolto nella fase di vendita dei titoli e nella raccolta di soldi. Grazie alle perquisizioni della sua abitazione a Napoli e del suo ufficio ad Avellino gli inquirenti sono riusciti a trovare le prove per indagarlo.
Vincenzo Landolfi, gip del tribunale di Avellino ha appena firmato la proroga di sei mesi per l’indagine, come richiesto dal pubblico ministero Antonella Salvatore. Le ipotesi di reato inserite nell’atto di accusa sono corruzione, falsità materiale e usura. Gli altri indagati fino a questo momento sono una 48 enne di Avellino, un 62enne di Paternopoli e una 40enne di Carife oltre i due indagati per i quali è stato chiesto il giudizio immediato.
Secondo la ricostruzione della procura il prezzo richiesto non era molto alto per ottenere diplomi e specializzazioni, anche a livello europeo, necessarie per garantirsi un vantaggio nei concorsi. Gli investigatori stanno investigando nei concorsi, per vedere se riescono a trovare ancora qualcosa di sospetto, mentre ascoltano i presunti compratori già alle prese con gli interrogatori.
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