Banca Etruria: il Pubblico Ministero Roberto Rossi si difende e agirà nelle sedi necessarie per difendere il suo operato nell’inchiesta.
di Luigi Maria Mormone – Il Pubblico Ministero di Arezzo Roberto Rossi difende il suo operato nella vicenda di Banca Etruria. Dopo le accuse da parte di alcuni membri della Commissione banche di aver omesso elementi importanti dell’indagine su Pierluigi Boschi, consigliere dell’istituto aretino dopo il 2010 e vicepresidente nell’ultimo semestre della banca, Rossi spiega che si tratta di “una notizia strumentale, di natura calunniosa e non potrà che impormi l’attivazione dei necessari strumenti di tutela nelle appropriate sedi”. Come riportato da “Il Sole 24 ore”, il magistrato ha inoltre detto di aver inviato l’elenco completo dei fascicoli per i quali è stata esercitata azione penale, “rimettendomi alla Commissione ove avesse ritenuto opportuno formulare specifiche domande in merito ai dettagli”. Nei giorni scorsi, il magistrato titolare dell’inchiesta sul crack di Bpel è stato ascoltato a Palazzo San Macuto (Roma), riportando lo stato dell’inchiesta. Il caso nasce dal fatto che Rossi, rispondendo ad una domanda, ha spiegato che per Boschi non è stato richiesto un rinvio a giudizio (così come per altre 14 persone) relativamente alle distrazioni finanziarie avvenute tra il 2008 e il 2010, quelle che avrebbero portato alla bancarotta fraudolenta. E questo perché Boschi in quel periodo non era nel cda. Ha però sottolineato che “non rinviato a giudizio non vuol dire non indagato”: da qui l’ipotesi sollevata da alcuni politici che il PM intendesse coprire i problemi giudiziari di Boschi, rimanendo vago su altre questioni potenzialmente aperte, di cui il PM ha spiegato l’esistenza di indagini preliminari ancora in corso.