Si è riunito ieri a Torino, il cds del gruppo Intesa San Paolo, presieduto da Gian Maria Gros-Pietro e la decisione scaturita da ciò è estremamente importante, per quanto ormai attesa da tempo. L’unica strada percorribile, infatti, in considerazione del nuovo piano industriale che verrà presentato a febbraio, era ed è la fusione con il Banco di Napoli.
Fusione che avverrà tra novembre 2018 e febbraio 2019. Resterà sempre il marchio del gruppo presieduto da Maurizio Barracco, ma la banca, fondata nel 1539, e le cui circa 168 filiali si trovano in Campania, Puglia e parte di Calabria e Basilicata, non sarà più autonoma.
Il Banco di Napoli è una delle più importanti e più antiche banche storiche italiane, in quanto le sue origini risalgono ai cosiddetti banchi pubblici dei luoghi pii, sorti a Napoli tra il XVI e il XVII secolo, in particolare ad un monte di pietà, il Banco della Pietà, fondato nel 1539 per concedere prestiti su pegno senza interessi, il quale nel 1584 aprì una cassa di depositi, riconosciuta da un bando del viceré di Napoli nello stesso anno. Dopo circa due secoli di attività indipendente tra di loro, un decreto di Ferdinando IV di Borbone, nel 1794, porta all’unificazione degli otto istituti esistenti in un’unica struttura che viene denominata Banco Nazionale di Napoli.
Nel tempo sono cambiate le sedi della banca che, dall’originaria sede del Monte di Pietà sita in via S. Biagio dei librai in pieno Centro storico di Napoli, a partire dal secolo XIX trova la sua finale collocazione nel nuovo Palazzo del Banco di Napoli in via Toledo. Si avvia l’espansione dell’istituto, con la creazione di una Cassa di risparmio, successivamente incorporata, e con l’apertura delle prime filiali fuori dall’area meridionale, in particolare a Firenze (1867), Roma (1871) e Milano (1872). Risale inoltre a questo periodo la creazione di una sezione di Credito Agrario, che ebbe primaria importanza nel finanziare lo sviluppo dell’agricoltura nell’Italia meridionale e la sua specializzazione nelle colture viticole ed agrumicole.
A seguito dell’acquisizione avvenuta a fine 2002 del Banco di Napoli da parte del gruppo Sanpaolo IMI, la banca nel 2003 aveva assunto la denominazione Sanpaolo Banco di Napoli. L’operazione si era realizzata in due fasi distinte: Alla fine del 2002 ci fu la fusione per incorporazione di Banco di Napoli S.p.A. in Sanpaolo IMI S.p.A., con conseguente cessazione della prima. Successivamente venne costituita Sanpaolo Banco di Napoli S.p.A. alla quale, con effetto dal 1º luglio 2003, fu conferita l’intera attività del vecchio Banco di Napoli. Con la fusione avvenuta nel dicembre 2006 tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI la società è entrata a far parte del gruppo Intesa Sanpaolo ed ha ripreso successivamente il vecchio nome di Banco di Napoli S.p.A.
Articolo pubblicato il: 22 Dicembre 2017 11:15