Dopo il calo in Borsa delle scorse settimane il Bitcoin recupera e supera il valore di 10mila dollari fino a scendere leggermente, arrivando intorno ai 9.850 dollari. Il mese di febbraio è stato complicato per Bitcoin, che come le altre criptovalute dopo il picco di dicembre e le oscillazioni di gennaio è sceso fino sotto ai seimila dollari.
È sempre difficile spiegare le oscillazioni delle criptovalute, che spesso non hanno vere motivazioni: sembra però che dopo settimane di notizie preoccupanti sulle possibili regolamentazioni e limitazioni alle criptovalute dei paesi dell’Asia, gli investitori ora siano più fiduciosi, anche per via di una ritrattazione da parte della Corea del Sud degli annunci sui divieti ai siti di exchange arrivati nelle scorse settimane.
Inoltre a inizio febbraio le quotazioni del bitcoin (e di altre criptovalute) sono state condizionate anche dalle indiscrezioni di stampa secondo cui i vertici della Sec, l’organo di vigilanza delle Borsa Usa, e della Commodity Futures Trading Commission vorrebbero chiedere al Congresso americano di prendere in considerazione l’ipotesi di un controllo a livello federale delle piattaforme per gli scambi di monete digitali.
Anche l’attacco hacker al mercato di scambio di di Tokyo per criptovalute, Coincheck, ha mandato in crisi le quotazioni. In Italia, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha suggerito la necessità di regolare il sistema delle criptovalute per evitare lo scoppio di bolle.
Tra le altre principali criptovalute, Ethereum vale ora più di 900 dollari, cioè quanto valeva a inizio febbraio prima di un crollo che l’ha portata a 580 dollari. Ripple vale 1,12 dollari, ma in questo caso li aveva già superati in un picco intorno al 10 febbraio.
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