La Jacobs School dell’universita’ di San Diego ha portato avanti uno studio atto a capire se nel campo delle dei Bitcoin e delle altre criptovalute convenga maggiormente muoversi con azioni meramente speculative, sfruttando la volatilita’ del mercato. Oppure attraverso il cosiddetto ‘mining’. Ovvero quel processo che consente la creazione di nuovi Bitcoin, nella misura stabilita, seguendo specifici algoritmi matematici necessari per certificare la validita’ delle informazioni che poi vengono inserite nella piattaforma blockchain.
I calcoli da portare avanti per chi volesse cimentarsi in questa seconda opzione non sono per nulla facili. Vanno considerati i costi dell’energia elettrica, cosi’ come quelli dell’hardware, ma non solo.
Nei primi 7 giorni di vita di una nuova valuta, puntando su una attivita’ di mining, e’ preventivabile un guadagno quotidiano che oscilli tra il 7% e il 18% dell’investimento fatto. Con la speculazione non supererebbe l’1% giornaliero. Ma con anche il rischio di finire in negativo (fino a un -0,5%). Basandosi sulla formazione di bolle speculative, i guadagni, cosi’ come i crolli, possono essere rapidi quanto consistenti.
Articolo pubblicato il: 3 Aprile 2018 18:01