Bitcoin: tra improvvisi rialzi e ritracciamenti che farebbero pensare alla sua fine imminente, gli investitori sono costantemente sull’attenti.
Il Sole 24 Ore ha fatto un quadro su quale possa essere il reale valore del Bitcoin. Un anno fa era a 1.000 dollari, a metà dicembre era volato a quasi 20.000, poi è crollato a poco più di 6.000 e adesso oscilla tra 8 e 9.000 dollari. Un percorso fatto, dunque, da improvvisi rialzi e ritracciamenti che avevano fatto pensare alla sua fine imminente, con gli investitori costantemente sull’attenti.
A inizio febbraio gli economisti Richard Jackman e Savvas Savouri si sono cimentati nell’impresa di dargli un valore. Essendo basato sulla domanda come strumento di scambio, hanno valutato il suo valore di base non più di 20 dollari. Sulla base dell’attuale base monetaria di 15 milioni di Bitcoin e di un uso medio di ogni singolo Bitcoin quattro volte l’anno per fare transazioni, il conto è presto fatto.
Ci sono 60 milioni di monete che supportano transazioni per 1.200 milioni di dollari l’anno, per cui ogni Bitcoin vale giusto 20 dollari. Tuttavia, se l’utilizzo come strumento di pagamento lievitasse di qualche migliaio di volte, allora le quotazioni attuali sarebbero giustificate. Quinlan Associates, società di Wall Street, nel rapporto intitolato “Fool’s Gold” prevede una caduta a circa 1.800 dollari a fine anno, mentre per il 2020 sarà di 810 dollari. Ci sarà invece possibilità di crescita per le criptovalute nel loro insieme: quest’anno la loro capitalizzazione scenderà a 223 miliardi dai quasi 800 di inizio anno, ma poi rimbalzerà a 407 miliardi nel 2020, trainata dalle valute con chiare funzionalità.
Insomma, trovare un valore equo per il Bitcoin è davvero difficile, poiché si tratta di uno strumento che non ha alcun valore intrinseco, non rappresentando un’economia, ma allo stesso tempo costituisce una sperimentazione senza precedenti che lascia spazio a qualsiasi tipo di previsione.
Anche chi sostiene che Bitcoin non produce ricchezza è stato smentito: Nomura ha stimato che il rialzo delle quotazioni nell’ultimo scorcio del 2017 abbia fruttato all’economia giapponese un aumento supplementare dello 0,3% del Pil, grazie a una spinta dei consumi tra 200 e 850 milioni di dollari. Tenendo conto che la massa monetaria di Bitcoin è finita e che non potrà superare i 21 milioni di unità, il valore potrà essere inoltre sostenuto dalla sua Blockchain, la tecnologia che sta raccogliendo l’interesse crescente del mondo aziendale.