Comincia tutto nell’aprile del 2014. E’ allora che Maria Elena Boschi incontra Giuseppe Vegas. Le trattative tra Banca Etruria e il Credito Popolare di Vicenza sono nel vivo, anzi, sembrerebbero quasi vicine alla fine per una fusione che poi, invece, sarà bocciata. A dicembre del 2013 la richiesta del governatore di Bankitalia era stata categorica: trovare subito un partner di elevato standing, ma, nonostante il vaglio di 28 gruppi, resta in pieni solo quella della Popolare di Vicenza.
La brutta notizia arriva quando, il 5 giugno, viene comunicato, in seguito a una riunione tra i vertici di Banca Etruria e il Capo Dipartimento di Banca d’Italia, che l’offerta vicentina non viene considerata accettabile. E, nonostante le altre proposte salvagente, il 1 agosto viene ufficialmente chiusa. I risultati sono il commissariamento del 10 febbraio 2015 a fronte di perdite pari a 500 milioni di euro.
In tutto ciò, continua a pesare la vicenda delle plusvalenze realizzate da Carlo De Benedetti alla vigilia del decreto del gennaio 2015. Tutte situazioni che, sebbene archiviate dalla Consob, sono tornate a far rumore in seguito all’audizione dello stesso Vegas nella Commissione d’inchiesta.
Articolo pubblicato il: 15 Dicembre 2017 11:38