Brividi d’Estate 2023. Al Real Orto Botanico di Napoli in scena “Vipera” di Maurizio de Giovanni e “Il vecchio e il mare” di Hemingway.
Le indagini tra i gironi infernali dell’animo umano del commissario Ricciardi e l’ultimo capolavoro di Hemingway animeranno, da venerdì 13 a domenica 16 luglio 2023 alle ore 21.00, l’affascinante cornice del Real Orto Botanico di Napoli nella terza settimana di Brividi d’Estate 2023, ventiduesima edizione della storica rassegna organizzata da Il Pozzo e il Pendolo Teatro di Napoli.
Nata da un’idea di Annamaria Russo, la rassegna, fra le più longeve della città, è sostenuta dalla sensibilità e la preziosa collaborazione dell’Università Federico II di Napoli, che gestisce il parco, e con il patrocinio del Comune di Napoli.
La programmazione vedrà in scena, giovedì 13 e venerdì 14 luglio, lo spettacolo Vipera di Maurizio de Giovanni, con Rosaria De Cicco, Laura Pagliara, Paolo Cresta, Sonia De Rosa, Salvatore Catanese, Alfredo Mundo, Gennaro Monti, Marco Palumbo, Elena Carbone, alla fisarmonica Rocco Zaccagnino, adattamento e regia di Annamaria Russo.
È la primavera del 1932, Pasqua è alle porte e in una delle stanze del Paradiso, il bordello più famoso di Napoli, viene trovata morta Maria Rosaria Cennamo, in arte Vipera, la prostituta che fa sognare tutti gli uomini della città, ma che solo pochi possono avere.
Al commissario Ricciardi che ha il dono terribile di vedere i morti e ascoltare le loro ultime parole il fantasma di Vipera ripete: “il frustino, il mio frustino”. Ancora una volta sarà costretto a muoversi tra i gironi infernali dell’animo umano per dare un volto e un nome all’assassino del Paradiso.
È la storia di una battaglia delirante contro un destino implacabile che sembra farsi beffa degli sforzi umani Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway, con Paolo Cresta e Carlo Lomanto, in scena sabato 15 e domenica 16 luglio.
Il silenzio del mare, i tempi morti sotto il sole, e la battaglia, veramente epica, che un vecchio pescatore stanco ingaggia con un pesce. Una battaglia che è propria della lotta dell’uomo, col trascorrere del tempo e contro il suo limite, la vecchiaia e la morte. Una battaglia dalla quale l’uomo esce sempre sconfitto, perché anche quando vince non trionfa mai del tutto.
Il vecchio e il mare in fondo è questo, il testamento spirituale di uno scrittore che sente addosso tutto il peso di una vita nella quale ogni vittoria è illusoria. Eppure, paradossalmente, l’ultimo capolavoro di Hemingway, nel suo dolente percorso verso la sconfitta finale, è un inno alla speranza alla necessità di credere come unico antidoto alla morte la storia di una sconfitta.