Inaugurata la XV edizione del Festival di Musica da Camera a Palazzo Serra di Cassano, a cura di Riccardo Scognamiglio, con il gradito ritorno di un’ospite d’eccezione: Bruno Canino.
Serata evento quella che si è consumata lo scorso lunedì 27 gennaio in una eccezionalmente gremita (ad un certo punto c’erano solo posti in piedi) Sala degli Specchi dell’Istituto Italiano per gli Studi filosofici di Palazzo Serra di Cassano, ormai storica sede anche di questo XV Festival di Musica da Camera 2025.
Fortemente voluto, promosso e curato dal lodevole impegno del suo mentore Riccardo Scognamiglio, il cui garbo e la spiccata ed elegante professionalità ne hanno fatto un festival di punta per la cultura partenopea, al quale difficilmente si può rinunciare, ha voluto inaugurare questa nuova stagione con un ospite d’accezione e un grande amico dello stesso Riccardo: Bruno Canino.
Il ritorno di questo grande pianista al Palazzo Serra di Cassano, è più di un evento è la leggenda vivente di uno dei massimi pianisti contemporanei, che alla venerabile età di 90 anni, continua a stupire e a regalare emozioni ancora con la stessa umiltà e grandezza d’animo che da sempre lo contraddistingue. Ed è facilmente riscontrabile ad ogni suo concerto, come anche in questo, quella sua particolare tendenza a dialogare con il suo pubblico, presentando anche attraverso brevi e gradevoli aneddoti, il brano che si approssima ad interpretare, e in una serata magica e unica come questa, non ha fatto eccezione.
Il concerto si è aperto e si è concluso con l’esecuzione di due Sonate di Mozart, la prima Sonata K533/494 in Fa maggiore e la successiva Sonata K576 in Re maggiore. La Sonata in Fa maggiore presenta un doppio numero di catalogo poiché i primi due movimenti l’Allegro e l’Andante, furono composti da Mozart nel 1788 e per il finale della stessa pensò di inserire il vecchio Rondò K494 che aveva già scritto a Vienna nel giugno del 1786.
Quella in Re maggiore, K576, resta l’ultima di tutte le sonate di Mozart (la XIX), che fu composta il 12 luglio 1789 (data storica per la Francia) in condizioni tragiche, tra mille dolori e sofferenze: Canino nell’esecuzione di queste due sonate ci conduce nel mondo mozartiano, attraverso una limpidezza di esecuzione e una grande padronanza della tastiera.
Le stesse caratteristiche che ritroviamo nell’esecuzione, tra le due Sonate di Mozart, della brillante ed estroversa Sonata op. 22 in Si bemolle maggiore di Beethoven, concepita in quattro movimenti come specificato dallo stesso Canino, dal carattere decisamente “da concerto” la cui esecuzione richiede una certa maestria nell’affrontare gli insidiosi passaggi che anticipano quelli della Fuga della Sonata op. 106, sempre di Beethoven.
Il successo, testimoniato dai lunghi e calorosi applausi, hanno accompagnato il M° Canino in un’aurea di leggenda vivente, testimoniato dal suo semplice e coinvolgente sorriso, dal suo amore, ricambiato, per un pubblico sempre attento e riconoscente, in una lunghissima e luminosa carriera invidiata da qualsiasi musicista. Ricordo che in una sua vecchia intervista, definiva il suo lavoro semplicemente un “mestiere” al servizio della buona musica, e forse non aveva tutti i torti.
Ma ciò che sicuramente l’ha contraddistinto nella sua lunghissima carriera artistica, è stata la sua grande vocazione per la Musica da Camera, che ha sempre affrontato con grande passione e soprattutto ironia, a tal punto da aver anche scritto un piccolo e divertente “trattato” intitolato Vademecum del pianista da camera, dove ritroviamo un Canino meno “accademico” ma più “disinvolto”.
Dopo un breve bis (la celeberrima Marcia “alla turca”, terzo movimento della Sonata K331 in La maggiore di Mozart) a nome della città di Napoli, ma senza la presenza di nessuna carica istituzionale, gli è stata assegnata una targa in ricordo del suo lodevole impegno per la musica, che ha iniziato a studiare qui a Napoli, città dove Canino è nato ed ha cominciato la sua carriera artistica, mentre il tripudio di applausi continuava a testimoniare l’affetto incondizionato di un pubblico colto, attento e consapevole di trovarsi innanzi ad un artista di rarissima sensibilità e umiltà d’animo. Voglio inoltre ricordare i prossimi appuntamenti con il XV festival di musica da Camera, tutti sempre al Palazzo Serra di Cassano (ore 19.30):
- Lunedì 24 febbraio, Matteo Fossi – Pianoforte: Sonate K 309, K311 e K310 di Mozart;
- Lunedì 31 marzo, Giuseppe Andaloro – Pianoforte: Sonata op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna” di Beethoven; 4 Improvvisi op. 90 di Schubert; “The endless enigma” di Emerson Lake & Palmer;
- Lunedì 28 aprile, Quartetto “Mitja” – Quartetto K421 in Re minore di Mozart e Quartetto op. 80 in Fa minore di Mendelsshon.