La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 69 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito di una inchiesta per il controllo del business degli appalti pubblici. Tra i destinatari dei provvedimenti, anche politici ed imprenditori. Ecco l’elenco delle 18 gare di appalto pubblico oggetto dell’indagine.
Un sistema di corruzione a più livelli, è quello che è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Napoli che ha portato all’arresto di 69 persone tra politici e imprenditori. Un’organizzazione che la fazione dei Zagaria e il clan dei Casalesi aveva strutturato per controllare il business degli appalti edilizi non solo a Caserta ma anche in altre parti d’Italia. Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare figurano anche professori universitari. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione, turbativa d’ asta e concorso esterno in associazione mafiosa. L’indagine è stata condotta da un pool di cinque pm della Dda (Maresca, Giordano, Landolfi, Sanseverino, e D’Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli. I destinatari dei provvedimenti cautelari sono amministratori locali, funzionari pubblici, imprenditori, professori universitari, commercialisti, ingegneri e faccendieri”, i quali sono gravemente indiziati, a differente titolo, complessivamente di 13 reati di corruzione e di 15 reati di turbativa d’asta in relazione a procedure di appalto pubblico espletate in varie province campane, in alcuni casi aggravati dalla finalità il clan dei casalesi (gruppo Schiavone-Russo e gruppo Zagaria).
Si tratta di un’operazione che rientra nell’ambito di una più ampia attività di indagine riguardante 18 procedure appalti di pubblici, (Mostra d’oltremare, Comuni di Casoria, Pompei e San Giorgio a Cremano, Istituto scolastico E. Medi di Cicciano), Caserta (Consorzio Sannio Ali fano, A.Di.S.U. della Seconda Università degli Studi di Napoli, Comuni di Alife, Casapulla, Riardo, Francolise, Calvi Risorta e Rocca D’Evandro) e Benevento (Cerreto Sannita), destinatari di finanziamenti nazionali e comunitari.
Dall’indagine svolta dalla Guardia di Finanza di Napoli e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, è emerso il coinvolgimento di un gruppo di “colletti bianchi” in grado di influenzare in maniera determinante l’aggiudicazione di gare d’appalto in favore di imprese “predesignate”, alcune delle quali riconducibili a soggetti vicini alla criminalità organizzata e, precisamente, al clan dei casalesi. In pratica i responsabili degli Enti interessati ad una contribuzione regionale si rivolgevano ad un professionista napoletano, l’ing. Guglielmo LA REGINA, affinché questi garantisse agli stessi il finanziamento dell’opera, sfruttando le sue personali conoscenze negli ambienti politici della Regione Campania. L’ex assessore al Turismo e ai Beni Culturali della Regione Campania – Pasquale SOMMESE – si impegnava, a sua volta, a garantire il finanziamento dell’opera (proposta dai responsabili degli Enti pubblici interessati) ed in cambio otteneva denaro ovvero sostegno elettorale; talvolta, quest’ultimo indicava espressamente il nominativo dell’imprenditore che avrebbe poi dovuto eseguire i lavori pubblici e che egli stesso aveva fatto finanziare. In questa ulteriore fase, lo stesso ingegnere, grazie agli accordi con esponenti dei vari Ordini professionali di Napoli e Caserta, riusciva a far inserire nelle commissioni di gara soggetti a lui vicini e consenzienti, i quali, a loro volta, veicolavano l’aggiudicazione dei pubblici incanti alle ditte che erano state segnalate; tutto ciò, in cambio di dazioni e di promesse di somme di denaro e di altre utilità in favore di Sindaci, di funzionari degli enti appaltanti e dei commissari di gara ovvero attraverso il conferimento di incarichi professionali in ulteriori procedure.
Elenco delle 18 gare di appalto pubblico oggetto dell’attività di indagine:
Articolo pubblicato il: 15 Marzo 2017 18:09