In merito alla proposta di VAS di vietare la caccia a 500 mt dalla costa marina Arci Caccia invita le Associazioni Venatorie nazionali riconosciute “a coordinare unitariamente le azioni per sconfiggere le provocazioni in essere, anche con attività comuni di lotta al bracconaggio sotto la direzione dei Carabinieri Forestali così da dimostrare concretamente chi fa “chiacchiere” e chi i fatti”.
“Ai toni, talvolta intimidatori dei sacerdoti dell’animalismo anticaccia, rispondiamo con la pacatezza della ragione e della normativa. La legge in vigore così recita: Articolo 1 legge 157/92: diversamente da quanto affermato da VAS, l’articolo 1 comma 5 stabilisce che le regioni devono istituire zone di protezione lungo le rotte di migrazione dell’avifauna. La Regione Puglia ha istituito, da molti anni, numerose zone di protezione lungo le rotte di migrazione, sotto vari istituti. Su questo punto non vi è alcuna benché minima mancanza da parte della Regione Puglia, e ancora meno alcuna inadempienza riguardo la Direttiva 147/2009/CE”.
In una nota l’associazione animalista AIDAA comunica che in dieci anni (2008-2017) sono stati oltre un migliaio i cacciatori feriti dalle loro stesse armi. “Una statistica riporta i dati disponibili: metà dei cacciatori sono stati gambizzati dai fucili dei loro colleghi, circa 200 sono quelli feriti all’addome ed al torace, oltre centocinquanta sono i cacciatori che si sono presi i pallini dei loro colleghi in faccia (in 23 hanno perso un occhio ed in alcuni casi anche la vista in maniera completa). Tra i ferimenti più curiosi ci sono 14 cacciatori feriti alle orecchie, 12 nei genitali mentre oltre 180 sono dovuti ricorrere alle cure mediche per aver preso pallini (a volte di grosso calibro) nel fondo schiena. Una casistica piuttosto interessante, dei feriti infine 14 sono morti proprio a causa delle ferite riportate nelle battute di caccia.”
“La Giunta regionale, approvando la proposta di disegno di legge per l’adeguamento e la modifica della legge regionale n. 26 del 9 agosto 2012, non protegge la fauna selvatica, come titola il testo, si tratta di una vera e propria truffa che tutela unicamente gli interessi delle associazioni venatorie”.
Così in una nota Walter Caporale, Presidente di Animalisti Italiani onlus. “La Regione Campania – aggiunge – poteva convocare tutte le associazioni animaliste e insieme avremmo scritto delle norme per la protezione della fauna selvatica. Siamo fortemente contrari all’art. 6 in cui si autorizza all’uso dei richiami vivi. È una pratica crudele imprigionare degli uccelli per attirare i loro simili e permettere ai cacciatori di catturarli.
Allodole, cesene, tordi bottaccio, tordi sassello, merli, pavoncelle e colombacci vengono rinchiusi tutta la vita in minuscole gabbie, della dimensione di un foglio A4 circa, in luoghi spesso freddi e umidi, con poca aria, luce e igiene. Una forma di caccia che non ha nemmeno un piccolo barlume di sportività, ma che sembra fondata solo su maltrattamenti e inganni. Un’attività immorale che va in contrasto con la sentenza n. 2341 del 17 gennaio 2013 della Corte di Cassazione sul tema dei richiami vivi. La pronuncia stabilisce che l’assoluta impossibilità del volo è incompatibile con la natura degli uccelli selvatici”.
Conclude Caporale: “Siamo pronti per costruire un fattivo dialogo con la maggioranza regionale per suggerire degli emendamenti che volgano alla tutela di un bene indisponibile dello Stato, come interesse primario della comunità nazionale”.
A Villa Literno sono stati denunciati tre bracconieri. Sono stati sequestrati fucili da caccia, richiami acustici vietati e appostamento da caccia.
Militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Castel Volturno (CE), unitamente a quello del Nucleo Tutela Biodiversità Carabinieri di Ischitella, nell’ambito di servizi di controllo del territorio finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in danno dell’avifauna autoctona e di quella acquatica migratoria, in comune di Villa Literno (CE), in due distinte località: San Sossio e Petitto
La tutela degli uccelli selvatici è prevista anche da stringenti obblighi Comunitari tra cui la direttiva “Uccelli” che impegna gli Stati membri a tutelare e mantenere le specie in buono stato di conservazione anche negli habitat naturali esterni alla Rete Natura 2000.
Oggi nell’ambito delle attività di vigilanza sulle aree protette ed antibracconaggio, personale della Stazione Carabinieri Forestale di Monteforte Irpino ha sorpreso un cacciatore mentre, in agro del Comune di Avella, stava esercitando l’attività venatoria in una zona ricadente all’interno dei confini del Parco Regionale del Partenio nonché rientrante nel sito di importanza comunitaria denominato “Dorsale dei Monti del Partenio”.
A carico del 50enne di Avella è dunque scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino in quanto ritenuto responsabile di violazione della normativa a tutela della fauna selvatica. Il fucile ed il relativo munizionamento è stato sottoposto a sequestro.
Da lunedì 29 ottobre gli uffici regionali UMA – Caccia – Pesca – Funghi – Tartufi sono stabilmente trasferiti a Benevento, in via Torretta 29, presso i locali della Regione Campania. Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, e nei pomeriggi di martedì e giovedì dalle 14:30 alle 16.
Il calendario venatorio 2018-2019 è stato approvato lo scorso giugno dalla Giunta regionale della Campania.
L’inizio è stato anticipato all’1 settembre nella modalità dell’appostamento temporaneo, per i corvidi, la gazza, la ghiandaia, il merlo e la cornacchia grigia e nera. La stagione si concluderà il 31 gennaio 2019 (termine prorogato al 10 febbraio per i soli corvidi).
Tra le novità, da segnalare la limitazione del prelievo per gli anatidi, tra cui la pavoncella, e la sospensione in via precauzionale dell’attività venatoria per il moriglione.
Il capo della segreteria del governatore Vincenzo De Luca, Franco Alfieri, ha parlato di quelle che sono le novità del calendario venatorio:
Per consentire ai cacciatori di individuare con maggiore facilità le aree colpite da incendi in cui vige il divieto di caccia – aggiunge Alfieri – sul portale regionale della caccia sarà possibile consultare i dati aggiornati relative alle aree percorse dal fuoco su mappe geografiche territoriali”.
Articolo pubblicato il: 5 Marzo 2019 16:30