Il rito del caffè espresso italiano, candidato a Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, si conferma trait d’union di tradizione storica e nuove generazioni, da nord a sud. Spiccano i dati percentuali Unioncamere-Infocamere raccolti dal GITC: a fine 2020 i giovani detengono il 6,5% delle imprese del settore, un dato decisamente superiore rispetto alla media nazionale delle aziende manifatturiere (5,4%).
In lizza per il titolo di Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco, con il parere unanime del Mipaaf, il caffè espresso italiano è ora più che mai simbolo di unione fra antiche generazioni e millennials.
La ritrovata compattezza degli attori della filiera nel candidare il rito dell’espresso italiano, ottenendo la risposta favorevole del Ministro Patuanelli e del Mipaaf, sottolinea la necessità di sostegno per ripartire con l’appoggio delle Istituzioni:
“Uno spiraglio di speranza che dona linfa vitale ad una filiera messa in ginocchio dalla crisi economica, ma che mantiene salde le radici legate ad un passato di tradizione tutta italiana ” – ribadisce Alessandro Bianchin, Presidente del G.I.T.C., Gruppo Italiano Torrefattori Caffè – il rituale metodo di preparazione espresso italiano è simbolo di tradizione italiana da nord a sud, capace di legare antiche e nuove generazioni: per questo sosteniamo da tempo e con forza il suo riconoscimento a Patrimonio Immateriale dell’Unesco”.
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