Titty Astarita, calciatrice della squadra femminile dell’Afro Napoli United, è stata messa fuori rosa dopo aver annunciato la sua candidatura al consiglio comunale di Marano con una lista civica che figura nell’alleanza di centrodestra insieme a Noi con Salvini. Lo annuncia il club calcistico che si occupa di integrare attraverso il calcio gli italiani e gli immigrati. “L’Afro-Napoli United non è una squadra come le altre – si legge in una nota del club – nasce come progetto di inclusione e integrazione”.
“Dopo la decisione di mettermi fuori dalla squadra sono stata molto male, ho pianto. Io sognavo il calcio sin da bambina e quando scendo in campo mi sento come se avessi 12 anni; sono stata bene nell’Afro Napoli, credo in molti dei valori per cui lavorano ma proprio per questo non avrei mai immaginato che mi discriminassero”. Afferma all’ANSA Titty Astarita. “Dopo la prima telefonata da un dirigente del club – spiega Astarita – ho ricontattato il presidente della società per avere un incontro e trovare una soluzione. Mi ero resa disponibile a stare fuori per qualche tempo, lo avevano accettato, poi dopo due ore mi hanno comunicato che dovevo scegliere tra la candidatura e il calcio. In più mi hanno detto che avrebbero convocato le mie compagne per dire loro che chi avesse condiviso le mie scelte sarebbe stata esclusa. So che loro non sono andate alla riunione e hanno dissertato la partita di Coppa Campania di ieri”.
“Gli unici razzisti sono i buonisti di sinistra. Tenete la politica fuori dallo sport!”. Lo scrive in un tweet il ministro dell’Interno Matteo Salvini, commentando il caso di Titty Astarita, calciatrice della squadra femminile dell’Afro Napoli United messa fuori rosa dopo aver annunciato la sua candidatura al consiglio comunale di Marano (Napoli) con una lista civica che figura nell’alleanza di centrodestra insieme a Noi con Salvini.
“La scelta di Titty Astarita ci ha lasciato esterrefatti. Ci addolora la sua perseveranza nel rifiutare il passo indietro da noi richiestole, soprattutto perché dopo un anno di partecipazione alle vicende dell’Afro-Napoli, in un ruolo chiave di rappresentanza, le dovrebbe essere stato chiaro che quella candidatura la poneva automaticamente fuori dal perimetro dell’idee-guida che sono alla base del nostro sodalizio”. Questo il commento dell’Afro Napoli United alla decisione di mettere fuori squadra Titty Astarita. Una scelta che non trova d’accordo alcuni esponenti politici locali, che hanno espresso solidarietà alla Astarita. “Che compatibilità può esistere – prosegue la nota del club di calcio che si occupa di integrazione attraverso lo sport – fra l’Italia dell’amministrazione leghista di Lodi che nega la mensa scolastica ai figli degli immigrati più poveri e l’Afro-Napoli? Quale terreno d’incontro e di dialogo, fra chi sta provando ad annientare il modello d’integrazione virtuosa di Riace e i valori che abbiamo messo insieme al pallone a centrocampo dalla nostra prima partita? Quanto è conciliabile il razzismo dei colpi di arma di fuoco contro migranti e rifugiati, legittimato istituzionalmente dall’alto e fattosi senso comune al punto di spingere dei ragazzini baresi a ricoprire di schiuma un loro coetaneo di origini straniere “così diventa bianco”, con il progetto di inclusione che ci vede in campo dal 2009?”.
Alla Astarita stanno giungendo messaggi di solidarietà dal centrodestra: “È indegno – scrive il vice coordinatore regionale della Campania di Forza Italia Severino Nappi – che l’impegno civile venga ostacolato. È ancora più grave che questo accada in una terra come la nostra nella quale il disinteresse per la cosa comune regna sovrano. È particolarmente vergognoso che questi atti arroganti vengono posti in essere dai dirigenti di una società sportiva che gestisce, presumibilmente con risorse pubbliche, progetti di integrazione sociale degli immigrati. Titti ha il diritto di continuare entrambe le carriere. Titti deve giocare e deve amministrare la terra di cui è figlia”. Ma anche dal centrosinistra arrivano critiche alla decisione del club: “Esistono – si chiede il consigliere comunale a Napoli del Pd Diego Venanzoni – politiche societarie nello sport, da sempre strumento di aggregazione sociale, che impediscono a chicchessia di godere dei diritti fondamentali dell’individuo costituzionalmente garantiti? E’ questa l’Italia che vogliamo? E’ questo lo sport, con l’esempio che ne deriva, che i giovani nel nostro Paese devono seguire? Sono indignato e mi auguro che ci sia ferma condanna da parte degli Organismi sportivi nazionali, ed in particolare auspico parole severe da parte dell’amministrazione Comunale di Napoli, nella persona dell’assessore Ciro Borriello, che sin da subito hanno mostrato vicinanza e solidarietà per tale progetto sportivo”.
Articolo pubblicato il: 15 Ottobre 2018 16:14