Il 22 aprile resterà per sempre una data fondamentale nella storia del Calcio Napoli, visto che rappresenta la conquista di fatto del secondo scudetto (vinto nel 1990) e quella della grande illusione della terza riscossa del più grande club calcistico del Sud (ovvero la vittoria in casa della Juventus nel 2018). Squadre diverse, esito diverso del campionato, emozioni indelebili.
Quello di 30 anni fa, fu un 22 aprile dal sapore dolce, con un susseguirsi di emozioni nel leggendario scontro a distanza tra il Napoli di Maradona e il Milan di Arrigo Sacchi, con tanto di polemiche successive allo 0-2 a tavolino per gli azzurri dopo l’episodio della monetina che a Bergamo colpì Alemao. Al calcio d’inizio della penultima giornata del campionato 1989-90, le due rivali erano appaiate in testa a 47 punti. Il Napoli giocava a Bologna, mentre il Milan a Verona.
Intanto, a Bologna finisce 4-2 (quarta rete azzurra di Alemao, splendidamente servito ancora da Maradona): Napoli 49, Milan 47. Una settimana dopo, con la Lazio al San Paolo, l’apoteosi per il secondo tricolore. Un titolo “doppio” non solo per il numero, ma perché vinto nella stagione più competitiva di sempre per il calcio italiano: il Milan trionfò per il secondo anno di fila in Coppa dei Campioni, la Sampdoria in Coppa delle Coppe, la Juventus in Coppa Uefa (dopo la finale tutta italiana con la Fiorentina). Tutto questo alla vigilia della notti magiche di Italia ’90…
La storia va avanti. Dopo il fallimento del 2004, il Napoli è tornato competitivo con Aurelio De Laurentiis alla presidenza. In seguito alla vittoria di due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana (oltre a una lunga serie di piazzamenti, tra cui anche una semifinale di Europa League), in quel 2018 sembrava essere finalmente giunta l’ora della terza riscossa del più grande calcistico del Sud, trascinato da un gioco corale e dai gol di Dries Mertens.
C’era voglia di scudetto, quel Napoli lo meritava e le sensazioni erano positive. Pur con poche occasioni, gli azzurri dettano legge fino all’apoteosi del 90’, quando su corner di Callejon, Kalidou Koulibaly salta sul “palazzo” bianconero e porta il Napoli a un punto dalla vetta della classifica (con tanto di festeggiamenti notturni all’aeroporto di Capodichino).
Mancavano quattro partite alla fine, l’Italia calcistica aveva capito che il vento stava cambiando. Eppure, le particolari decisioni dell’arbitro Orsato in Inter-Juve e l’incapacità del Napoli di battere Fiorentina e Torino misero fine a quella magnifica e indelebile illusione del terzo scudetto.
Così bella che la star di quella serata, Kalidou Koulibaly, ha ricordato oggi sui social il momento del gol allo Stadium: “Ricordo ancora il rumore dell’impatto del pallone sulla mia fronte. Poi quell’attimo di silenzio. E poi l’abbraccio di José e di tutti gli altri. Intanto, nella mia testa, rivivevo tutta la mia vita: attraverso la gioia di un popolo“.
Articolo pubblicato il: 22 Aprile 2020 18:16