Il presidente del Calcio Napoli è concentrato sul nome che sostituirà Rudi Garcia sulla panchina azzurra, per la quale adesso il favorito sembra essere proprio il grande ex.
“Uno può essere come domenica, appannato e perdere in modo improprio e improbabile con l’Empoli”. E’ la frase con cui ieri Aurelio De Laurentiis ha reso di fatto ufficiale l’addio a Rudi Garcia come allenatore del Calcio Napoli, dopo il ko al Maradona contro i toscani.
Poche parole, ma lapidarie, pronunciate durante un convegno a Roma, alla Sapienza, dove il presidente del Napoli definisce il team, ma forse pensa al tecnico da lui scelto quest’estate, “appannato”, capace di perdere in modo “improprio e improbabile”.
L’addio sarà sancito nelle prossime ore, visto che da domani il Napoli torna ad allenarsi a Castel Volturno. Garcia è a Nizza e sa che non tornerà a Napoli. De Laurentiis, invece, da ieri mattina è a Roma a portare avanti le trattative per la successione, con molte voci che si rincorrono e pochi fatti che emergono.
Il patron azzurro ha sentito Antonio Conte, per una propria coerenza, ma dall’ex allenatore del Tottenham ha avuto la risposta che sospettava: “resto in anno sabbatico, la prossima panchina la voglio dal ritiro estivo”. Fatto il tentativo è partito l’assalto a Igor Tudor, l’uomo che si è fatto un nome in Italia sulle panchine di Udinese e Verona e che ha avuto ottimi risultati a Marsiglia, portandola al terzo posto lo scorso anno. Dall’estate è senza panchina e sarebbe nelle corde di De Laurentiis, anche se la sua idea base è il 3-4-2-1 o anche il 3-5-2, quindi con una difesa a 3 che rivoluzionerebbe davvero il dna del Napoli.
De Laurentiis e Tudor ieri si sono visti a Roma e il tecnico ha avuto l’offerta di un contratto fino a giugno a due milioni di euro. La trattativa è iniziata, perché Tudor chiede un contratto di due anni, fino a giugno 2025. Ma il patron intanto indaga anche ad altre strade, visto che nel mirino potrebbe esserci anche Lucien Favre, svizzero ed ex allenatore del Nizza e del Borussia Dortmund, così come quello che sembra essere più di tutti il vero “antagonista” di Tudor per la panchina, l’ex Walter Mazzarri. Che, a quanto si apprende da organi di stampa, a differenza del croato accetterebbe un contratto di soli sei mesi e questo lo porterebbe addirittura in pole. Previsto oggi un incontro con il tecnico livornese.
Intanto sul Napoli è stato stimolato ieri anche Luciano Spalletti, l’uomo che sei mesi fa portò la città nel cielo dello scudetto. L’aggettivo che ripete è ‘ingiusto’. “Sono l’allenatore della Nazionale – ha risposto in conferenza stampa – e oggi parlare della società credo sia ingiusto. E’ ingiusto fare sempre paragoni col passato, ogni giocatore e allenatore deve essere giudicato per il tentativo che ha fatto di creare dei miglioramenti anche alla squadra, perché tutte le squadre possono essere migliorate. Garcia ha fatto vedere di essere una persona perbene, equilibrata, non è stato giusto fin dalla prima partita confrontarlo col passato della squadra. Quel passato lì è bellissimo, fa parte di una storia bellissima che il nostro calcio si deve portare dietro perché è stata una emozione incredibile. Ma niente confronti”.
Intanto da ieri Napoli sa con certezza che Victor Osimhen è stato tentato quest’estate da valige di soldi, ma ha detto no, preferendo l’azzurro: “Non avevo mai pensato di andarmene – ha detto – ma in estate è arrivata l’offerta enorme dell’Arabia Saudita ed è stato difficile rifiutare. Ho parlato con il Napoli e ho deciso di restare. Più dicevo di no, più aumentavano l’offerta economica. Mi avrebbe cambiato la vita, loro non si sono mai arresi. Ma io ho detto: ‘no ragazzi, io resto’. Per quanto a calcio si giochi anche per soldi, c’è anche tanto altro”.
In questo clima, mentre passano ore decisive per la trattativa del nuovo tecnico, la città attende, sperando nella svolta. Che però Garcia sia già il passato, lo dimostra l’artista dei presepi Genny Di Virgilio che nel negozio a San Gregorio Armeno ha collocato la statuina dell’allenatore con la valigie che saluta Napoli, sapendo già che sarà uno dei simboli del Natale.