“Euforia non diventi presunzione”. Parola di Luciano Spalletti, tecnico del Napoli alla vigilia della trasferta di Empoli. Spalletti che comincia la sua conferenza stampa ricordando Maurizio Costanzo: “Ho appreso da poco della morte di Costanzo, sono molto dispiaciuto, perdiamo un uomo importante per le tante cose che ha fatto e sono vicino al dolore della famiglia”.
L’anno scorso ad Empoli il punto più basso: “Credo ci siano stati passi avanti importanti dopo le sconfitte, la lettura e le gestioni di situazioni simili è stata ammortizzata bene. E’ una partita delicatissima per la loro precisa geometria tattica, noi dovremo dilatare la loro compattezza”. Poi una metafora: “Lei ha mai fatto il fabbro? Io sì, con gli occhiali da fabbro si vede solo davanti, di lato no perché c’è la barriera”.
Ad Empoli è cominciata la storia di Spalletti. “Sono partito da lì e sono molto grato ad Empoli, visto che l’ha citato facciamo una parentesi corretta. Nel calcio cerchiamo continuamente modelli da cui prendere qualcosa e per lavorare in maniera corretta bisogna imparare e da quelle parti c’è possibilità di vedere come si fa calcio. Lì di spunti su come fare calcio e di una visione futura se ne possono trovare tanti. Io sono stato favorito nel lavorare lì con quella impostazione, 7 anni tra allenatore e calciatore, 20 da tifoso, ne ho avuto benefici e strada facendo si fanno nuove esperienze”.
Sulle condizioni della squadra in vista delle rotazioni: “Gli abbiamo dato un giorno di recupero totale dopo Francoforte. Potevamo fare un allenamento di recupero, ma riportarli nello spogliatoio era già riportarli alle cose di tutti i giorni, poi abbiamo dei preparatori molto bravi, sanno benissimo indicarmi il carico muscolare che dobbiamo fare negli allenamenti successivi. Noi lavoriamo in modo da non addizionare fatica su fatica. Quando si vincono le partite così sono dei massaggi alla testa oltre che ai muscoli e funzionano più di un massaggio di un professionista. Stanno tutti bene e poi è chiaro che cerchiamo di scegliere meno possibile anche se per me non è facile perché di dubbi ne ho sempre tanti per la qualità dei calciatori”.
C’è un aggettivo non ancora usato o uno che lei userebbe: “Non fare confusione tra il lavoro e la scaramanzia. Se uno non parla dicono è per scaramanzia, ma è per il lavoro. Dopo una partita si mette un pannello, non ci pensiamo, poi chi vuole comprare lo spumante… qui non c’è. Qui si lavora in maniera corretta, la partita con l’Empoli ci ha distrutto il lavoro di un anno intero. Capisco che voi facciate fatica a interpretare la difficoltà delle partite come queste, ma noi non dobbiamo farlo. Dall’euforia non deve iniziare la presunzione che mette fine alla crescita”. Napoli modello del calcio italiano: “Non lo so se può diventare un modello, la nostra impostazione è questa, giocare un buon calcio, per le nostre caratteristiche per fare più risultati possibili.
Articolo pubblicato il: 24 Febbraio 2023 18:32