Dopo la convocazione in Procura (federale) per Aronica e (ordinaria) per Reina, il Calcio Napoli torna ad essere accostato ai tre fratelli finiti in manette nei giorni scorsi.
L’ex giocatore del Calcio Napoli, Salvatore Aronica e’ stato convocato in Procura federale e a breve anche il portiere del club azzurro Pepe Reina sarà sentito in Procura, quella ordinaria, dai pm che indagano sui fratelli Esposito e sulle loro amicizie. A riferirlo e’ ‘Il Mattino’, che riporta anche come ci sia “nulla a carico dei calciatori. Solo verifiche per meglio delineare il quadro di frequentazioni, conoscenze, rapporti di affari. Indagine sportiva che si incrocia con quella penale nella quale Reina sarà sentito dai pm come persona informata sui fatti, a partire dalla festa al Club Partenopeo per il suo addio alla squadra”.
Ma i fratelli Esposito vengono accostati al Calcio Napoli anche per una vicenda che risale a qualche anno fa. Quando, come si apprende dal ‘Corriere del Mezzogiorno’, “i tre — perennemente alla ricerca di buoni investimenti —ebbero l’idea di mettere in commercio gadget (e in particolare orologi) con il logo del Calcio Napoli. Furono anche fatti realizzare dei campioni e il coinvolgimento di Paolo Cannavaro, all’epoca capitano della squadra, nelle loro intenzioni avrebbe rappresentato la forza dell’iniziativa. I margini di guadagno erano molto ampi: un orologio sarebbe costato meno di 10 euro e sarebbe stato rivenduto a 50. Sarebbe stata necessaria, tuttavia, una licenza da parte di Alessandro Formisano, il responsabile del marketing. Licenza che, tuttavia, non arrivò mai: proprio Formisano, anzi, si intuisce dalle conversazioni intercettate, dovette bloccare il progetto. L’11 settembre 2013 Francesco Esposito parlava al telefono con il titolare della ditta produttrice di orologi, di nome Massimo”.
Francesco : «Bello, alla faccia del c…, secondo me se ne vendono una marea se riusciamo ad avere questa s… di licenza».
Massimo : «E vediamo un poco, Francesco, vediamo di fare qualcosa!».
Francesco : «Ho parlato anche con Paolo (Cannavaro, ndr)».
Massimo : «E che ha detto?».
Francesco : «Vabbuo’, della quota mia gli do il 5 per cento e lui ci fa mettere la pubblicità sopra a tutti i giocatori sopra a tutti i twitter».
Massimo : «Ma perché gli devi dare la quota tua, la facciamo insieme, Francesco!».
Francesco : «E vabbuo’!»
Massimo : «Che ci azzecca! Basta che facciamo, vediamo di vendere però!».
Francesco : «In verità il ragazzo ha detto: se vuoi ci parlo io con Formisano. Io gli ho detto: aspetta, Paolo, noi dobbiamo essere professionali, questo è un mezzo scemo. Va a finire che facciamo solo casini…».
Massimo : «Sì, va a finire che quello si ingelosisce! Si indispettisce, diciamo!».
Francesco : «Io non glielo voglio proprio far sapere il fatto di Paolo, hai capito?».
Massimo : «Eh sì, fai bene!».
Francesco : «Paolo ha 51.000 contatti su twitter, Callejon ne ha 151.000!».
Massimo : «Hai capito, se questo vendesse solo 200.000 pezzi!».
Francesco : «Behrami, Inler… Uuh, Francesco, mi ha detto (Cannavaro, ndr), te li faccio scaricare per tutte le parti, me la vedo io… Li schiatta!».
Massimo : «Vediamo se riusciamo a fare».
Francesco : «Sto vedendo».
Nel corso di un’altra conversazione, il 18 settembre successivo, i due parlano dei costi di produzione e delle informazioni da riferire al dirigente del Napoli: non vogliono scoprire le loro carte perché non si fidano. Annota la Dia: «La conversazione continua rispetto a quale prezzo l’orologio debba essere venduto. Francesco dice che ad Alessandro Formisano dovrà essere detto che si faranno 10.000 pezzi. Francesco dice che Alessandro Formisano lo ha fatto aspettare 15 giorni per un appuntamento»”.