Categorie Economia e Lavoro

In Campania il primo hotel che accetta il pagamento in Bitcoin

Nonostante il forte alone di incertezza che ancora contraddistingue questa forma di pagamento, c’è chi non vuole farsi trovare impreparato in caso di rapida diffusione. Sempre più esercizi permettono il pagamento attraverso Bitcoin.

Dopo l’Emilia Romagna e la Toscana la novità arriva anche in Campania ed è attiva da una settimana: la possibilità di pagare il conto dell’hotel in Bitcoin. La criptomoneta più diffusa al mondo, il cui valore vive un periodo di massima ascesa, è tra le valute accettate al momento del saldo, in alternativa ai menodi canonici. “Grazie a questo sistema innovativo – chiarisce Marco Cocurullo, general manager della struttura “Gocce di Capri” – le transazioni avvengono quasi istantaneamente anche da un continente all’altro. Tutto ciò è possibile grazie all’assenza di intermediario che ne rallenti il processo, risultando un punto di forza per una realtà come la nostra che lavora con una clientela estera”.

Una scelta innovativa, dunque: sono soltanto una decina, infatti, gli alberghi in Italia che accettano anche la criptovaluta (come riporta anche il portale quibitcoin.it). Occhio, però anche a eventuali effetti collaterali. Un bitcoin, oggi, vale circa 12mila dollari. Ma, data l’estrema volatilità del suo valore, ha oscillazioni quotidiane del 10-12 per cento (valori impensabili per una moneta canonica). Se quindi il pagamento di una stanza dell’hotel equivale a 150 euro in Bitcoin, dopo pochi giorni la stessa cifra potrebbe rischiare di essere svalutata. O, all’opposto, ipervalutata. “Corro questo rischio – prosegue Cocurullo – Ho deciso di adottare questo sistema perchè credo che le criptovalute siano il futuro: nel giro di pochi anni, sono sicuro, si pagherà esclusivamente così”.

Ecco come funziona. I titolari dell’albergo, della villa o della casa-vacanza inviano al cliente un QR code, cioè un codice a barre composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema a forma quadrata. Attraverso un programma installato sul proprio smartphone, il turista legge il QR code e, in tempo reale e senza spese aggiuntive, invia i bitcoin ai vertici della struttura ricettiva che poi fatturano l’importo equivalente in euro.

L’Emilia Romagna ha fatto da apripista nella rivoluzione delle criptovalute nel turismo. Il 21 gennaio si è svolto il Bitcoin Day degli albergatori romagnoli, convocati dalle associazioni di categoria per un confronto sui tempi e le modalità per l’accettazione della nuova formula di pagamento.

Tra gli operatori locali c’è scetticismo, ma anche molta curiosità, sull’esperimento che potrebbe essere messo in cantiere già dalla prossima estate. L’incontro servirà anche a verificare quali possono essere le tutele per chi accetterà pagamenti in bitcoin. Di certo il ritorno al futuro dell’hôtellerie romagnola, dopo un periodo di crisi nera negli Novanta e Duemila, induce numerosi albergatori a raccogliere anche questa opportunità, soprattutto per intercettare nuovi target e le ultime generazioni di turisti stranieri.

E c’è già chi ha avviato una campagna promozionale per la moneta virtuale, come riportato da ItaliaOggi: il camping Village Misano, nell’area di Riccione, sul proprio sito web scrive: «Bitcoin uguale vacanza. Per la stagione 2018 ti offriamo la possibilità di pagare in Bitcoin la vacanza con la tua tenda, caravan o camper. L’offerta è valida se prenotata e pagata in anticipo di almeno 30 giorni». Dunque dopo L’Emilia Romagna anche le altre regioni si avviano ad aggiornarsi a questa nuova e insolita forma di pagamento, insomma nel turismo circolerà la criptovaluta.

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Redazione

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