Regione Campania: un’ordinanza ha disposto la riapertura di scuole dell’infanzia e prime elementari dopo l’esito dello screening volontario. Palmieri (assessora Istruzione Comune di Napoli): “Scuole non sono luogo di contagio”.
Con la ordinanza-n-92-del-23-novembre-2020 del 23 novembre 2020, il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dà l’ok alla riapertura delle scuole dell’infanzia e delle prime elementari da mercoledì 25 novembre.
L’Unità di Crisi di Palazzo Santa Lucia si è riunita ieri per esaminare i risultati dello screening a campione, su base volontaria, relativo alla popolazione scolastica. Sulla base della percentuale dei positivi riscontrati e della curva dei contagi rilevata nella scorsa settimana a livello regionale con riferimento alle fasce d’età interessate (0-6 anni), è stato deciso che a partire da domani è consentito il ritorno a scuola in presenza per i servizi educativi e la scuola dell’infanzia, nonché per la prima classe della scuola primaria, fatta salva l’adozione di misure restrittive da parte dei Comuni in relazione all’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale. Alle ore 16 di ieri, lunedì 23 novembre, sono stati effettuati 10590 test antigenici nell’ambito dello screening volontario. I test risultati positivi e per i quali viene effettuato l’esame del tampone molecolare, sono 35 (per una percentuale dello 0,33%).
È demandata ai dirigenti scolastici la verifica delle condizioni relative al personale in servizio per l’esercizio in sicurezza della didattica in presenza, mentre continua lo screening su base volontaria per il resto della popolazione scolastica (dalla seconda classe della primaria alla prima media). La riapertura trova d’accordo il Comune di Napoli, visto che l’assessora all’Istruzione, Annamaria Palmieri, sottolinea positivamente che “il presidente della Regione e l’Unità di crisi abbiano in qualche modo cambiato idea sulla pericolosità delle scuole”, aderendo ad “una posizione che questa amministrazione ha sempre avuto: le scuole non sono luogo di contagio”.
L’amministrazione chiede però di ottenere le risultanze dello screening effettuato sul territorio cittadino quartiere per quartiere, così da poter prendere anche decisioni specifiche, basate sul territorio.
Palmieri ricorda inoltre che, a differenza delle prime elementari (“la platea più difficile da raggiungere con la didattica a distanza”), le scuole dell’infanzia “non sono obbligatorie. Se le famiglie si sentono più sicure a tenere il proprio figlio in casa non c’è alcun obbligo. In questo caso la scuola è un’opportunità di socializzazione”.