Le targhette rubate erano state installate nell’ambito dell’iniziativa “Adotta una panchina, un albero, una fontanella o un beverino”, portata avanti dall’associazione Amici di Capodimonte onlus.
Capodimonte | Sedici targhette con scritti intimi e pensieri poetici, con dediche a persone care, frasi, ricordi d’infanzia incisi sull’ottone sono state trafugate nel weekend sulle nuove panchine donate al Museo e Real bosco di Capodimonte a Napoli. L’iniziativa ‘Adotta una panchina, un albero, una fontanella o un beverino’, portata avanti dall’associazione Amici di Capodimonte onlus, e’ stata un successo; avviata nell’agosto 2017, portato nel giro di qualche anno all’adozione di oltre 118 panchine, 60 alberi, 3 beverini per cani, 3 portabici e una fontanella nel parco voluto dai Borbone a ridosso della reggia collinare napoletana.
Tra quelle vandalizzate, c’e’ anche la panchina rossa, inaugurata il 5 dicembre di un anno fa nell’area del Belvedere, donata dalla III Municipalita’ Stella-San Carlo all’Arena e simbolo dell’impegno contro la violenza sulle donne, la cui targhetta sullo schienale recitava “Senza donne non c’e’ rivoluzione”.
Le parole del direttore del Museo
“Siamo sdegnati per questo vile atto che offende direttamente la cultura della partecipazione e il senso civile – sottolinea il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger – reinstalleremo subito le targhette trafugate”. “Questo bosco era abbandonato e pericoloso al mio arrivo, grazie all’aiuto del quartiere e alla partecipazione di tutti i napoletani ha ritrovato la sua bellezza e noi vogliamo continuare a portare avanti con fermezza questa cultura della partecipazione. Ringrazio, percio’, tutti quelli che hanno donato in questi anni e dico che risponderemo a questo atto vandalico invitando tutti i napoletani a sostenere ancora di piu’ l’iniziativa con l’adozione di altre panchine nel Bosco di Capodimonte dimostrando che questo schiaffo non ferma la volonta’ civile e la cura della bellezza”, aggiunge. A dare l’allarme per il furto, un visitatore, Fulvio Frezza.