Con la sua nuova commedia “L’erba del vicino è sempre più verde!”, trasformandosi in un maestro del brivido modello Alfred Hitchcock, Carlo Buccirosso, al Teatro Augusteo, porta un lavoro in piacevole equilibrio tra la suspense e le risate.
Ispirandosi per il titolo alla sindrome dell’erba del vicino, pronta ad annidarsi nella vita del protagonista della vicenda (un certo Mario Martusciello, funzionario benestante di banca in crisi coniugale) l’autore, attore e regista, presenta un testo ben diviso tra il genere giallo, la comicità e qualche riverbero proveniente dalla drammaturgia eduardiana.
Tant’è che in palcoscenico, oltre al meccanismo da thriller tipico di Sir Alfred con tanto di cadavere avvolto nel tappeto e una citazione riguardante il famoso film del 1963 “Gli Uccelli”, Buccirosso propone pure alcune reminiscenze derivate dai protagonisti e dalle vicende delle commedie del maggiore dei De Filippo.
Tra queste, con i personaggi della moglie separata e della sorella di Martusciello (interpretati dalle irresistibili Maria Bolignano e Donatella De Felice), quelle legate a Filumena Marturano e alla sua finta agonia e alle altre due sorelle scaturite dalla penna di Eduardo come Costanza de “Le bugie con le gambe lunghe” e Chiarina di “Bene mio e core mio”.
In scena nel teatro di piazzetta duca d’Aosta, la commedia ben sostenuta dagli altri bravi interpreti Fabrizio Miano, Peppe Miale, Elvira Zingone e Fiorella Zullo, osserva un Carlo Buccirosso attore sempre più proteso verso uno stile personale unico e caratterizzante. È lui infatti a proporre una recitazione affabulante e mai urlata, ma al tempo stesso forte e incisiva nei panni di un personaggio perennemente in bilico tra l’amarezza e la profonda ironia.
O meglio, di un uomo che nella disperata e patologica ricerca di un inutile senso di libertà e vittima del disprezzo di sé, scappando dalla moglie, rimane preda di un pericoloso amico e dell’avvenenza di un’attraente influencer di Scafati. Grazie alla classica situazione da giallo, dove a serpeggiare dall’inizio alla fine c’è persino un latente e indotto desiderio di uxoricidio, la commedia di Buccirosso con un citofono e un campanello che suonano a ritmo serrato come nella migliore tradizione della farsa americana, piace e diverte.
Così come la voglia di proporre un teatro che pur venendo dal passato strizza l’occhio al presente e ai tic della moderna umanità.
Articolo pubblicato il: 15 Dicembre 2022 17:43