Camorra: scoperto un tentato riciclaggio di 20 miliardi da parte dei Casalesi. Sequestrate banconote fuori corso legale per un valore di un miliardo e 100 milioni di lire.
Scacco della Guardia di Finanza al clan dei Casalesi, con la Fiamme Gialle che hanno scoperto un sistema per convertire dalle lire all’euro ingenti somme di denaro ritenute frutto di attività illecite, finora rimaste occultate, grazie a degli intermediari.
L’operazione (portata a termine dalla Guardia di Finanza di Roma e Napoli, coordinate dalla Procura di Napoli Nord) ha portato a 4 arresti: tra i fermati (tre in carcere e uno ai domiciliari), rispettivamente di 64, 61, 55 e 60 anni, c’è anche Gaetano Mungiguerra, ritenuto legato al clan dei Casalesi.
Secondo quanto emerso dalle intercettazioni della Gdf, la somma si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di lire. Il sistema avrebbe consentito di ottenere mediamente il 32% del valore in lire trasformato in euro, consentendo al clan di incassare oltre 3,3 milioni di euro. Come riporta “Il Mattino”, il meccanismo prevedeva che la riconversione della somma avvenisse in piccole tranche e per attribuire all’operazione una parvenza di legalità venivano predisposti anche documenti attestanti una normale vendita di valuta storica. In uno dei casi finiti sotto la lente degli investigatori, la conversione si sarebbe dovuta concludere in una banca svizzera.
La scadenza per la riconversione delle lire in euro venne fissata per il 28 febbraio 2012, poi c’è stato un decreto legge del governo Monti, che ha anticipato la scadenza al novembre 2011, un decreto che però la Corte Costituzionale il 7 ottobre del 2015, ha successivamente dichiarato illegittimo. A seguito di questa decisione la Banca d’Italia ha deciso di agevolare tutti coloro che avevano presentato domanda di riconversione della valuta tra novembre 2011 e febbraio 2012.
Lo stratagemma della Camorra, che si basa di documentazione falsa, si fonda proprio su questo particolare che favorisce chiunque dal 22 gennaio 2016 è in grado di documentare di aver richiesto di convertire le lire tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012. E, in quei mesi, la Banca d’Italia ha ricevuto 254 domande, per 5.099.693.710 convertiti 2.633.772 euro.
Dalle intercettazioni è anche emerso che le lire, grazie a un altro sistema, andavano a finire in Svizzera. Su questa informazione raccolta dagli investigatori si è aperto un altro filone di indagini.