Cava de’ Tirreni: Dante Zullo e sei complici accusati di usura ed estorsioni. Tra le vittime ci sarebbe anche l’allenatore Ezio “Eziolino” Capuano.
La Procura Antimafia ha chiesto il processo per sette persone, con le accuse a vario titolo di associazione di stampo mafioso, usura ed estorsione a Cava de’ Tirreni.
Come riporta “Il Mattino”, è stato tra l’altro chiesto il giudizio presunto “boss” Dante Zullo e del figlio Vincenzo, coinvolti negli ultimi mesi in almeno tre blitz della Dda: le indagini si occupano del periodo 2006-2007. Il 57enne Dante Zullo viene ritenuto a capo di un’organizzazione criminale che avrebbe intimorito e minacciato di morte le sue vittime, mentre era sottoposto alla misura di prevenzione di sorveglianza speciale. Una misura applicata dal tribunale nel 1999, poi revocata dieci anni dopo. La prima vittima, un imprenditore, ricevette dal “boss” 15000 euro. Poi restituì mensilmente una somma di quasi 3000 euro, con interessi mensili del 10%: in questo caso, almeno altri due degli indagati avrebbero fatto da tramite per Zullo, raccogliendo parte dei soldi dell’imprenditore. Ma quando gli furono chieste ulteriori somme di denaro, questi rifiutò, spingendo Zullo a minacciarlo esplicitamente. Quando la vittima provò a spiegarsi, dicendo di aver già restituito l’intera somma con gli interessi, l’uomo si spazientì: “Te lo giuro sulla tomba di mia madre, vengo da te e ti faccio vedere che ti combino”.
Tra le vittime ci sarebbe stato anche l’ex allenatore della Cavese (attualmente al Rieti), ovvero Ezio (per tutti Eziolino) Capuano: la Dda riferisce di un presunto prestito di 30mila euro risalente al 2006, con interessi mensili da 1000. Anche in questo caso, Zullo avrebbe avvicinato un amico della vittima per avere i soldi in tempo.
Per gli altri indagati sono stati ricostruiti ulteriori episodi di usura e minacce in caso di ritardo nei pagamenti, avvenuti tra le zone di Capaccio e Pontecagnano.