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Centro trapianti di Padova, bimbo malato di fegato salvato dal padre

Centro trapianti di Padova: Un bimbo di 10 mesi malato di atresia biliare ha rischiato di morire, ma a salvarlo ci ha pensato il padre che gli ha donato un quarto del suo fegato.

E’ accaduto al Centro trapianti di Padova presso l’Azienda Ospedaliera, grazie al team guidato da Umberto Cillo. Un bimbo di appena 10 mesi e con il peso fermo a 10 chili. La causa era una grave malattia del fegato, l’atresia biliare che non gli avrebbe lasciato scampo. A salvare il bimbo ci ha pensato il suo papà donandogli parte del proprio fegato con un trapianto da vivente a vivente. L’intervento risale a qualche tempo fa, ma la notizia è stata resa nota solo ora.

Siamo riusciti a mettere sul campo tecniche di divisione del fegato così accurate e così precise sulla quantità di organo necessario per il trapianto che si possono asportare frammenti molto piccoli – dichiara Cillo -. Il nostro è un lavoro di equipe, non solo i chirurghi, un’azione corale che impegna circa 100 persone“.

Il bimbo poteva ricevere, grazie al via libera concesso da parte del Ministero della Salute su richiesta del chirurgo, il fegato del padre o della madre perché per l’intervento non erano disponibili altri organi da persone decedute con un’età inferiore a 50 anni (come previsto dai protocolli). La madre è stata però subito esclusa perché in famiglia c’è un altro bimbo e la scelta è caduta sul padre. L’intervento ha portato all’asportazione del 25% del fegato del padre, praticamente l’intero lobo sinistro, che è stato immediatamente reimpiantato nel bambino. Un intervento complesso e articolato, ma che ha registrato un successo pieno, tanto che padre e figlio sono stati entrambi dimessi dopo una breve degenza e stanno bene.

Al Centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’azienda ospedaliera di Padova solo nel 2017 sono stati compiuti 109 trapianti da donatore cadavere e uno da donatore vivente quello, appunto, del padre che si è sacrificato per il figlio malato di atresia biliare. Il precedente caso di donazione da vivente è del 1997 quando un ferroviere croato donò parte del suo fegato al figlio malato di tumore, salvandolo.

Il Centro trapianti di Padova ha ricordato che negli ultimi anni, grazie ad un protocollo specifico, è stato possibile ridurre la lista di attesa per i piccoli pazienti che necessitano di un trapianto di fegato. Questo protocollo prevede che il fegato di ogni donatore deceduto sotto i 50 anni di età venga suddiviso in due porzioni per consentire altrettanti trapianti. Il primo a favore di un ricevente adulto, il secondo per un paziente pediatrico.

(nella foto il Prof. Umberto Cillo e il suo team)

Articolo pubblicato il: 17 Aprile 2018 19:31

Maria Sordino

Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.