giovedì, Novembre 14, 2024

Cesa, fabbrica abusiva di scarpe con lavoratori “in nero”: in 3 percepivano il reddito di cittadinanza

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Caserta: la GdF di Aversa ha scoperto un opificio illegale nel quale c’erano sei lavoratori in nero (di cui tre percettori del reddito di cittadinanza e uno dell’indennità di disoccupazione).

Nel quadro della quotidiana attività di controllo economico del territorio e di contrasto al fenomeno dei roghi tossici di rifiuti industriali nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, militari della Guardia di Finanza di Aversa hanno individuato, in Cesa (CE), un opificio adibito alla produzione di calzature completamente abusivo e sconosciuto al Fisco, al cui interno erano impiegati 6 lavoratori in nero.

Il titolare dell’azienda operava, altresì, in assenza di autorizzazioni per l’emissione in atmosfera dei fumi generati dalla lavorazione dei pellami e non era in regola con la normativa in materia di smaltimento dei rifiuti speciali prodotti.
Per tali ragioni, l’imprenditore è stato denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Napoli Nord per gestione di rifiuti non autorizzata ed emissione non autorizzata di fumi in atmosfera.Cesa, fabbrica abusiva di scarpe con lavoratori “in nero”: in 3 percepivano il reddito di cittadinanza Sequestrati l’intero opificio, di superficie pari a circa 300 mq, i numerosi macchinari impiegati per la fabbricazione delle scarpe ed una settantina di contenitori di colla e prodotti chimici rinvenuti.

L’intervento delle Fiamme Gialle, scaturito dal costante impegno profuso per l’acquisizione di informazioni utili ad individuare aziende “sommerse” e operanti in modo illegale, ha così impedito che l’immissione incontrollata dei fumi in atmosfera continuasse a recare pregiudizio alla salute degli abitanti della zona ed all’ambiente circostante, oltreché lo smaltimento illegale di rifiuti speciali contribuisse all’inquinamento dei suoli ed al deturpamento del territorio.

Nel contempo, i paralleli accertamenti amministrativi hanno consentito di accertare che dei 6 operai in nero individuati all’interno dell’opificio 3 percepivano il “reddito di cittadinanza” mentre un quarto soggetto risultava addirittura percettore di indennità di disoccupazione, (la cosiddetta “Naspi”).

Le loro posizioni saranno comunicate ai competenti Uffici Ispettivi del Lavoro ed all’Autorità Giudiziaria per le previste sanzioni penali e la decadenza del beneficio in uno al recupero delle somme indebitamente percepite.

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