Lungometraggio d’esordio dunque, per Giovanni Mazzitelli, giovane e bravo regista napoletano che per la sua opera prima ha scelto uno dei temi più noti e coinvolgenti della nostra vita, quello dell’amore, di una storia o di tante storie d’amore che il protagonista si trova, suo malgrado, a dover affrontare per rispondere alla domanda più difficile del mondo.
Come si riconosce il vero amore? Quali sono i rischi che siamo disposti ad affrontare? Due profondi e difficilissimi interrogativi ai quali forse nemmeno il nostro protagonista riesce a trovare una risposta, ma che ognuno di noi può invece trovare a suo modo, solamente andando a vedere questo film.
Il protagonista, che viene identificato con una “X”, per decontestualizzare tutta la storia, viene svegliato nel cuore della notte da un urlo lungo e prolungato, e così prende vita la sua storia, attraverso il racconto della sua voce fuori campo che accompagna per tutto il film lo spettatore all’interno della sua vita, fatta di sogni, rimpianti, partite di tennis, pericoli, affetti e anche alieni ma soprattutto amore.
Mario Di Fonza, l’attore protagonista del nostro film, ha affrontato un lavoro molto duro, visto che è presente praticamente in tutte le scene di questo film, un impegno notevole e gravoso per qualsiasi attore, ed ancor più difficile per un emergente alla sua prima prova d’attore protagonista.
Senza contributi pubblici, questo gruppo di giovani produttori, coadiuvati da un bravo regista e da validi attori, sono riusciti in una vera e propria impresa: realizzare un buon film a Napoli, senza senza i soliti luoghi comuni, infatti non c’è nessun tipo di dialetto e le numerose location non vogliono ricordare una Napoli banale e scontata, anche se una delle immagini più belle è proprio quella che ritrae il Vesuvio sul lungomare partenopeo dal belvedere di Sant’Antonio a Posillipo.
E concludo proprio con il commento dei due giovani produttori Armando Ciotola e Antonio Acampora che dichiarano: “Ci interessava cogliere quegli aspetti della nostra regione che non mirassero solo a mostrare qualcosa di unicamente bello, ma che facessero da sfondo ad una storia in cui tutti, giovani e adulti, possono rivedersi. Una sorta di romanzo di formazione sull’ironia della nostra vita.“
Articolo pubblicato il: 28 Marzo 2018 23:42