Bernardo Bertolucci, il grande regista di ‘Ultimo tango a Parigi’ e ‘Novecento’, tra gli altri, è morto questa mattina nella sua casa di Roma a 77 anni. Era malato da tempo.
Bernardo Bertolucci è morto stamattina nella sua casa di Roma. Il regista aveva 77 anni ed era malato da tempo. Con lui, prendendo a prestito il titolo del suo film forse più famoso, se ne è andato ‘L’ultimo imperatore’ del cinema italiano, uno dei non molti registi del nostro Paese che ha avuto una reale e diffusa notorietà in tutto il mondo, parte di una famiglia di intellettuali al servizio della cultura e dello spettacolo, maestro nello scandalizzare e nel commuovere ma soprattutto nel narrare.
Per dare un ultimo saluto al cineasta emiliano domani, dalle 10 alle 19, sarà allestita la camera ardente nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Lo comunica la famiglia di Bertolucci, che ringrazia il Comune di Roma per la disponibilità. In data da definire seguirà una cerimonia di commemorazione aperta al pubblico.
Il regista, classe 1941, nato a Parma, è stato un figlio del secondo dopoguerra capace sia di proiettarsi verso il futuro come gran parte della sua generazione, sia di mantenere costante il legame con il passato e la necessità di ‘leggerlo’, capace di guardare a passaggi storici da un punto di vista intimista, come in ‘Novecento’ (1976) e, all’opposto, di creare epos privati, come in ‘La Luna’ (1979).
Intellettuale, al punto di essere tacciato di intellettualismo, il regista, sceneggiatore e produttore Bertolucci è figlio del poeta Attilio Bertolucci, cugino del produttore cinematografico Giovanni e fratello del regista cinematografico Giuseppe. La poesia sembra la sua prima vocazione, inizia gli studi di lettere alla Sapienza di Roma. L’amore per la parola trova una nuova declinazione quando il giovane Bertolucci accetta di collaborare con Pier Paolo Pasolini, all’inizio della sua carriera, fra le tante altre, nel cinema. Bertolucci è assistente nel primo film di Pasolini ‘Accattone’ (1961).
La filmografia di Bertolucci comprende 17 titoli, firmati nell’arco di cinquant’anni esatti, da ‘La commare secca’ del 1962 a ‘Io e te’ del 2012, titoli legati da un fil rouge letterario, comune a tanta parte della sua produzione, l’origine letteraria: ‘La commare secca’ è su soggetto e sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini, ‘Io e te’ è tratto, non pedissequamente, dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti.
Il successo dello scandaloso ‘Ultimo Tango a Parigi’
Fra questi due estremi ci sono, fra gli altri, titoli quali ‘Il conformista’ (1970) dal romanzo di Alberto Moravia, lo scandaloso ‘Ultimo tango a Parigi’ (1972), con Marlon Brando e Maria Schneider, che lo rende noto in tutto il mondo, assicurandogli quella capacità di richiamo degli spettatori che tanto piace ai produttori. Non a caso, infatti, il film seguente, ‘Novecento’ (1976) vanta un cast stellare e internazionale con Robert De Niro, Gérard Depardieu, Donald Sutherland, Sterling Hayden, Burt Lancaster, Dominique Sanda, Stefania Sandrelli, Alida Valli, Laura Betti, Romolo Valli, Francesca Bertini.
Un capitolo a parte quello rappresentato da ‘L’Ultimo imperatore’ (1987), tratto dal ‘Sono stato imperatore’, l’autobiografia di Pu Yi (1906-1967), undicesimo esponente della Dinastia Qing e ultimo imperatore cinese. Film biografico ed epico, ‘L’ultimo imperatore’ piacque moltissimo ai componenti dell’Academy Award ed incassò ben nove Oscar, due dei quali direttamente destinati a Bertolucci, quello per la miglior regia e quello, insieme a Mark Peploe, per la migliore sceneggiatura non originale. Grazie al lungo arco temporale dell’azione il film offre un esempio ‘al rallentatore’ della poetica di Bertolucci, in sostanza la narrazione del tentativo individuale di dominare o almeno di non subire il mutamento.