Un gruppo legato al clan dei Casalesi, nuove leve emergenti dell’organizzazione, ha dato vita a un lucroso mercato parallelo dei farmaci. Lo ha messo a fuoco una indagine dei carabinieri di Aversa che ha portato all’esecuzione di cinque misure cautelari in carcere tra Casal di Principe, nel casertano, Napoli, e Sant’Antimo e Giuliano, nel Napoletano. Il gip di Napoli, Rosa de Ruggero, ha disposto per 4 degli indagati il beneficio dei domiciliari. A vario titolo, i reati contestati vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, a ricettazione, furto, truffa, falsita’ materiale commessa da pubblico ufficiale e da privato, continuati e in concorso.
Il provvedimento scaturisce da una attivita’ investigativa, coordinata dal pm Maurizio Giordano, nei confronti della nuova gerarchia della fazione Bidognetti dei Casalesi. Il mercato illecito di medicine avviato dal gruppo era corposo, e si sviluppava parallelamente alle tipiche attivita’ della camorra (estorsioni, traffico di armi, atti intimidatori). Medicinali di classe A (farmaci essenziali e/o per malattie croniche, a totale carico del Servizio sanitario nazionale) da destinare poi ad un commercio parallelo, principalmente all’estero, venivano procurati nelle farmacie di Campania, Lazio e Lombardia, grazie a ricette bottino di furti in ospedali e studi medici; le ricette erano compilate apparentemente da professionisti accreditati, ma ignari, con prescrizioni di medicine di quella tipologia in totale esenzione di ticket in favore di pazienti inesistenti o ignari; i medicinali cosi’ ottenuti venivano poi portati all’estero tramite vettori compiacenti e in totale assenza di qualsiasi attenzione alla modalita’ di conservazione dei prodotti.
L’indagine, nata nel 2017, ha permesso di quantificare introiti illeciti pari a oltre 600mila euro, con relativo danno al Servizio sanitario nazionale. Una quota del guadagno e’ stata versata alla famiglia Bidognetti, alla quale il gruppo aveva preventivamente richiesto esplicita autorizzazione.
Al vertice dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era Domenico Spenuso, 40 anni, l’unico in carcere. I farmaci, per la maggior parte medicine per curare patologie respiratorie e croniche, venivano fatti confluire poi tutti a Parete, comune del Casertano in cui c’era un box office compiacente. La maggior parte dei medicinali venivano poi esportati in Inghilterra e i pagamenti per il loro acquisto erano effettuati su carte postepay intestate agli indagati. I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2017 e il 2018. Il gruppo aveva avuto l’autorizzazione a gestire l’affare direttamente da Michele Bidognetti, fratello del boss detenuto al 41 bis Francesco. Tra gli arrestati, anche una donna.
Il destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere è Domenico Spenuso, nato a Grumo Nevano il 12/06/1979. Mentre a finire ai domiciliari sono: Salvatore Calvanico, nato a Castellammare di Stabia il 11/08/1965; Daniela Cotugno, nata a Mugnano di Napoli il 04/11/1984; Gianluigi Natale, nato ad Aversa il 25/02/1991; Raffaele Palumbo, nato a Villaricca (NA) il 05/03/1972.
Articolo pubblicato il: 24 Settembre 2019 12:00