giovedì, Dicembre 26, 2024

Commercialisti, nuove frontiere per le aziende molisane

A Isernia focus sull’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese con l’ausilio dei professionisti

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Federica Giorgio
Federica Giorgiohttps://www.2anews.it
Giornalista - iscritta alla Federico II al corso di Laurea di Culture Digitali e Comunicazione

Pagliuca: “Le Pmi possono contare su un professionista esperto e qualificato”

Commercialisti protagonisti dell’internazionalizzazione e del supporto alle imprese. È quanto emerso nel corso del forum “Le aziende molisane e l’internazionalizzazione”, promosso dall’Ordine dei commercialisti di Isernia.

“I commercialisti sono parte integrante delle aziende e sempre più imprese comprendono il ruolo dei professionisti, guardando a loro non solo come fiscalisti ma come veri e propri aziendalisti. Oggi commercialisti ed esperti contabili sono sempre più vicini al mondo dell’imprenditoria, anzi, sono parte integrante dell’azienda stessa”, ha commentato Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri.

“Solo comprendendo il presente sarà possibile non perdere l’appuntamento con il futuro. Non è un bel periodo per il nostro Paese: la produzione industriale è ridotta ai minimi termini, i consumi delle famiglie sono in calo da anni e tante aziende chiudono.

Sulla competitività del ‘Sistema Paese’ spetta alla politica operare; sulla natura del nostro sistema produttivo invece c’è molto da lavorare: tocca al professionista – ha spiegato il numero uno della Cnpr – mettere il suo bagaglio di competenze a disposizione dell’imprenditore per colmare le lacune presenti nelle piccole e medie imprese, che difficilmente possono avere nel proprio organico un manager di elevata capacità ma potranno sicuramente contare su un professionista esperto e qualificato in grado di coadiuvarlo nella strategia delle scelte aziendali”.

Secondo Alberto Santolini, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Isernia, “in questo momento di crisi nazionale è giusto guardare ai mercati esteri.

Cerchiamo di dare i giusti input alle aziende con professionisti qualificati che li aiutino nell’esportazione verso altri mercati: conta molto far capire alle imprese che ci sono altri sbocchi. È importante pertanto che i professionisti possano informarsi sulla legislazione fiscale estera e creino nuovi contatti, che sono fondamentali per operare nel paese target. Bisogna far cambiare mentalità alle imprese: non c’è solo l’Italia ma anche l’estero”.

Della medesima opinione il presidente della Regione Molise Donato Toma: “Le piccole, medie e microimprese molisane devono guardare oltre i loro confini. Il nostro è un mercato piccolo perché siamo 300mila abitanti, e quindi i consumi non sono equiparabili a quelli delle regioni più grandi. Da qui la necessità di rivolgersi a mercati extraregionali ed extranazionali.

La Regione su questo fronte è di supporto, con tante diverse iniziative che vanno incontro alle istanze delle imprese molisane”. “Le grande aziende – ha continuato il Governatore – sono strutturate, le piccole no: il loro ufficio estero spesso è rappresentato dal professionista che li accompagna durante tutta la loro vita, ossia il commercialista, che deve quindi dotarsi di quegli strumenti formativi tali da poter accompagnare le imprese mentre escono fuori dai nostri territori”.

“Il processo di internazionalizzazione sarà ben gradito a imprese e professionisti”, ha sottolineato Giovanni Gerardo Parente, presidente dell’Associazione Internazionalizzazione Commercialisti ed Esperti Contabili). “Ci adoperiamo perché questo percorso raggiunga tutte le regioni di Italia. Ogni anno – ha aggiunto – organizziamo missioni all’estero per fare sì che le aziende e i professionisti possano toccare con mano quelle che sono le differenti esigenze dei territori dove le imprese vogliono portare i loro prodotti, accompagnandoli in questo percorso conoscitivo.

Imprese e professionisti possono così toccare con mano le realtà dove intendono investire, rendendosi conto delle differenti abitudini. Non basta portare il loro prodotto all’estero: si devono conoscere le abitudini dei luoghi, i modi di fare, di agire e di interfacciarsi con le persone. Per l’internazionalizzazione è molto importante conoscere le abitudini dei luoghi dove intendi investire, perché questo crea un vantaggio competitivo. Per questo motivo preferiamo portare i partner sui luoghi”.

“Poi è chiaro – ha concluso – che si devono conoscere le dinamiche, la contrattualistica, la fiscalità del paese target. Noi di Aicec lavoriamo proprio per questo, per tanto invito tutte le imprese ad a cogliere queste opportunità”.

“L’internazionalizzazione può essere un veicolo per poter fronteggiare quel vento di crisi che purtroppo si abbatte sul nostro paese. In questo contesto bisogna cogliere le opportunità, farlo con tanta volontà, con professionisti adeguati e con le istituzioni preposte a tale obiettivo”. Così Giovanna Palermo Di Meo, presidente della Commissione Internazionalizzazione dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Isernia promotrice del forum sull’internazionalizzazione e le aziende molisane.

“Sono imprese che provano a misurarsi con l’estero tramite un processo di internazionalizzazione. Per farlo, sono necessari professionisti che siano perfetti advisor e che possano accompagnarli in questo processo, cogliendo al meglio le misure e gli strumenti messi a disposizione per favorire questo percorso. Le aziende molisane hanno specificità che vanno esaltate e portate all’attenzione dell’estero”.

Per Felice Ruscetta, presidente di ADR, “internazionalizzare vuol dire anche creare una maggiore efficienza all’interno dell’azienda, con un’organizzazione efficace sia sul mercato nazionale che internazionale. Le imprese che si organizzano per andare all’estero possono lavorare meglio e conquistare nuovi mercati anche in ambito nazionale”.

“Le grandi imprese viaggiano da sole, ma è importante che le aziende piccole e medie si facciano assistere da un professionista valido come il commercialista nel loro processo internazionalizzazione sia verso l’esterno, andando su mercati stranieri da un punto di vista commerciale e con la delocalizzazione produttiva, sia all’interno, creando le strutture e le opportunità per far venire in Italia le imprese estere, sia dal punto di vista commerciale che strutturale e produttivo”, ha spiegato Michele de Tavonatti, numero uno dell’Odcec Brescia.

“Per questo motivo, la formazione va strutturata in maniera diversa: va costruita una rete di professionisti che possa essere adeguata da un punto di vista informativo e di conoscenza della fiscalità o della gestione dell’apertura di branch all’estero. In più sono necessarie corrispondenze con colleghi e professionisti esterni per fare da trait d’union per quelle imprese che volessero venire in Italia. Il made in Italy merita iniziative di questo genere”.

“L’internazionalizzazione è sicuramente un’attività specialistica del dottore commercialista e bisogna rivolgere ad essa tanta attenzione – ha evidenziato il presidente dell”ordine partenopeo, Vincenzo Moretta – e consente di entrare in paesi emergenti ed è importante che chi ha bisogno di investire sia accompagnato. In quest’ottica la figura del commercialista è centrale in questa tipologia di attività perché ha le competenze e la specializzazione giusta per poterlo fare”.

Secondo Filippo Maria Invitti, presidente dell’Osservatorio internazionale Odcec Roma, “è importantissimo il ruolo dei commercialisti, che sono mediatori professionali, conoscono gli strumenti che possono essere offerti dalle aziende e affiancano l’impresa in un percorso difficile e complesso ma sicuramente importante e irrinunciabile per rimanere al passo con i mercati e la globalizzazione.

Bisogna verificare quali sono le aree verso cui le imprese molisane potranno indirizzare la loro attività e quale può essere la funzione che i professionisti garantiscono al fianco delle stesse. Il commercialista deve avere conoscenze nell’ambito dell’area finanziaria, dell’area marketing, dell’area societaria e fiscale e non solo. Deve essere un professionista a 360 gradi e questo può avvenire solo attraverso la formazione, per conoscere più da vicino quali sono i passi da fare per un corretto processo internazionalizzazione”.

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