La tragedia di sabato 8 giugno in via Duomo, dove il crollo di calcinacci ha portato alla morte del commerciante 66enne Rosario Padolino, ha riacceso per l’ennesima volta l’attenzione sullo stato dei palazzi a Napoli.
Un focus de “Il Mattino” ha analizzato alcuni aspetti riguardanti il progetto Sirena, destinato proprio al restauro dei fabbricati privati del Centro storico. Nato nel 2001, nella fase di massima esplosione il progetto ha consentito la ristrutturazione di più di 1200 edifici.
Tale progetto prese vita con la creazione di una società mista, con maggioranza nelle mani del Comune di Napoli e quote divise fra Associazione Costruttori, Unione Industriali, Camera di Commercio e Regione Campania.
Nei dieci anni di attività Sirena ha ottenuto finanziamenti per 80 milioni di euro, tra fondi comunali, stanziamenti regionali e apertura di mutui presso istituti di credito. Poi la società mista è stata cancellata, e con l’addio a quel gruppo di lavoro ha smesso di vivere anche il progetto Sirena.
Il quotidiano “Il Mattino” ha inoltre dato aggiornamenti sull’inchiesta successiva alla tragica morte di Rosario Padolino, travolto dal crollo di calcinacci di un palazzo in via Duomo. La rete di contenimento risultata inadeguata era lì da due anni e mezzo, ma nessuno dei residenti aveva avvisato i tecnici del Comune o segnalato il pericolo alla polizia municipale e ai vigili del fuoco.
Riflettori anche sui condòmini, per capire se ci fu o meno una ferma opposizione in assemblea a finanziare i lavori di contenimento.
Articolo pubblicato il: 11 Giugno 2019 11:41