di Giuseppe Giorgio – Parte da lontano la comicità che Paolo Caiazzo, autore, regista ed interprete ha portato al Teatro Augusteo con la sua commedia ”Non mi dire te l’ho detto”. Un modo di fare satira quello che il comico ed attore napoletano ha messo a punto nel lavoro scritto nel lontano ’94 e poi sottoposto ad una sorta di restyling, che rimane sempre, dall’inizio alla fine, in bilico tra il passato ed il presente.
Tant’è che pur prendendo come pretesto la moderna invasione dei social e la conseguente rivoluzione della vita privata, la messinscena di Caiazzo attinge quasi tutto da quel genere della “pochade” in auge a Parigi sulla fine del diciannovesimo secolo grazie ad autori come Georges Faydeau e Tristand Bernard e poi da quel concentrato di equivoci, scambi di persona, doppi sensi e situazioni al limite del paradosso, caro anche in tempi più attuali al commediografo inglese Ray Cooney.
Con un ritmo sostenuto e diverse ben assestate battute di chiaro stampo cabarettistico, lo spettacolo, alla prima dell’Augusteo ha visto all’opera lo stesso comicissimo Paolo Caiazzo nei panni di un uomo dalla mezza età di nome Vincenzo D’Onofrio che per effetto di un cattivo uso dei social ma soprattutto per una sua irrefrenabile voglia di trasgressione, si trova travolto da una lunga serie di fandonie a ripetizione.
Ciò per colpa di un amico medico dai pochi scrupoli interpretato da Ciro Ceruti e per colpa della ricca e poco fedele moglie di quest’ultimo, impersonata in modo piacevolmente preciso e trascinante da Yuliya Mayarchuck. Una situazione, quella di “Non mi dire te l’ho detto”, a dir poco imbrazzante che vede alla fine il povero D’Onofrio, aspirante protagonista di un incontro piccante scaturito da alcuni contatti in chat, trasformarsi in una vera e propria vittima sacrificale ed involontario complice di mille stratagemmi e bugie.
Con le gag che si susseguono sull’onda di una baraonda generale dove ognuno è costretto suo malgrado a reggere il gioco all’altro, lo spettacolo diverte per la sua leggerezza e per il suo modo di portare in scena con un plot più che collaudato negli anni, una fotografia della società di oggi sempre divisa tra la realtà ed il virtuale di uno smartphone.
Con le incursioni degli altri stravaganti artefici della storia tra cui un parrocchiano impersonato da Franco Pennasilico ed una assistente sociale dal vistoso accento pugliese affidata alla bella ed incisiva prova di Feliciana Tufano, lo spettacolo dalla vocazione critica nei riguardi del mondo virtuale in mano ai meno giovani, propone le immagini di un mondo, ed è questa la morale finale, dove al di là dei tempi e dei mutamenti sociali le debolezze umane restano sempre le stesse.
Completata dagli altri attori Ettore Massa e Felicia del Prete, la commedia leggera basata sull’intrigo firmata Caiazzo resterà in scena al teatro Augusteo fino a domenica prossima e con essa il rimprovero per quanti perdono spesso di vista la vita reale nel nome di un’effimera e pericolosa dimensione virtuale.
Articolo pubblicato il: 16 Marzo 2019 16:58