Il primo giro di consultazioni ha portato a un prevedibile nulla di fatta. La prossima settimana partira’ il secondo, con un occhio a date fondamentali in arrivo.
Il primo giro di consultazioni al Colle si è chiuso con un nulla di fatto. Senza intese tra le parti, il presidente Sergio Mattarella ha spiegato che è “utile qualche giorno di riflessione”. Per la nascita di un nuovo governo, insomma, serve ancora tempo. E la partita resta dunque aperta. Mentre il Pd, per ora, resta alla finestra, e Berlusconi invoca un esecutivo senza “pauperisti e giustizialisti”, Salvini esclude “soluzioni temporanee e improvvisate”, aprendo la porta al M5S. I pentastellati, dal canto loro, cercano invece il dialogo solo con Lega o Pd. Ma che succede ora? Quali saranno le principali scadenze da rispettare?
Poche le certezze sui nuovi scenari che andranno a delinearsi, molte le incognite. Perché prima di procedere con un mandato esplorativo o un incarico, Mattarella prenderà qualche giorno di tempo lasciando il campo libero agli schieramenti per tentare nuovi confronti. Solo una volta concluso il secondo round di consultazioni, al via la settimana prossima, “per ascoltare le opinioni dei partiti e verificare se è maturata qualche possibilità” che ieri non è emersa, capiremo se ci saranno le condizioni per formare un governo.
Il primo appuntamento nell’agenda istituzionale è il secondo giro di consultazioni, che il capo dello Stato avvierà la settimana prossima e che non ha ancora una data ufficiale. Mattarella ha solo annunciato “qualche giorno di riflessione” affinché i partiti verifichino “le possibili soluzioni per dar vita a un governo”. Ma le nuove consultazioni potrebbero prendere il via già a metà della settimana prossima, tra mercoledì e giovedì.
Il secondo round non è un rituale bizantino, ma, come ha spiegato Mattarella, “ha lo scopo di individuare, di fare emergere, in base agli articoli 92 e 94 della nostra Costituzione, una composizione di un governo che abbia il sostegno della maggioranza del Parlamento”. Di permettere cioè al Capo dello Stato di individuare una personalità che possa essere nominato a capo di un governo, in grado di ottenere la fiducia da una maggioranza alle Camere.
Consultazioni, le scadenze da rispettare
Tra le principali scadenze da tenere in considerazione c’è il Def, il Documento di economia e finanza, che va presentato entro il 10 aprile dal Consiglio dei ministri e poi, una volta approvato dal Parlamento, deve essere trasmesso a Bruxelles entro il 30 aprile. Stavolta però, il governo uscente potrebbe aspettare almeno due settimane prima di presentarlo in Parlamento. Secondo quanto reso noto fonti di Palazzo Chigi, qualora si andasse verso la formazione di un nuovo esecutivo, sarebbe più logico che a presentare il Documento fosse il nuovo governo. Un’ipotesi che sarebbe circolata dallo stesso presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che sul tema avrebbe in corso contatti con i presidenti delle Camere e i leader dei principali partiti. Nel caso in cui la crisi si protraesse oltre le 2-3 settimane, sarebbe il governo Gentiloni a presentare il Def, in questo caso, a politiche invariate.
Altra data da segnare sul calendario è quella del 10 aprile, quando alla Camera si voterà per la Commissione speciale che esamina gli atti urgenti del governo, tra i quali il Def. Al Senato, l’organo si è già costituto, con l’elezione del senatore Vito Crimi (M5S) alla presidenza della Commissione speciale di Palazzo Madama, mentre l’aula della Camera è convocata martedì 10 aprile alle 15.
La prossima settimana il Parlamento dovrebbe riunirsi in seduta comune per l’elezione di un giudice della Consulta e di due componenti di nomina parlamentare del Csm. Vanno eletti anche i componenti di nomina parlamentare della Corte dei Conti (2), del consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa (2) e due del consiglio di presidenza della giustizia tributaria. (adnkronos)