La trasmissione ‘Report’ ha acceso i riflettori sul tema dei contributi all’editoria. Quelli che costano allo Stato 180 milioni di euro e per i quali il nuovo governo ha già annunciato un taglio netto.
“I finanziamenti diretti ai giornali vanno a cooperative di giornalisti, come il Manifesto, e a società controllate da cooperative, come Italia Oggi. Sono finanziate anche fondazioni come quella che fa capo alla Cei, nel caso di Avvenire, e come la San Raffaele degli Angelucci per Libero”. A rivelarlo è stato il programma ‘Report’, che ieri ha trasmesso una puntata incentrata sui contributi all’editoria. “I giornali che ricevono un contributo diretto sono 54, costano allo stato 60 milioni di euro, ma l’80 per cento dei finanziamenti viene diviso tra 20 quotidiani”.
L’annuncio del sottosegretario Crimi
Il nuovo governo, attraverso le parole del sottosegretario Vito Crimi, ha già annunciato il taglio di tutti contributi, anche di quelli indiretti, che al momento costano allo Stato una cifra pari a 180 milioni di euro. “Dall’altra parte ci sono gli editori rappresentati dalla Fieg, che invece chiedono un intervento per far fronte alla crisi”. Ma proprio in un’intervista esclusiva a ‘Report’, Urbano Cairo ha dichiarato invece di “non chiedere aiuti pubblici”.
Quei giornalisti collaboratori pagati anche 2 euro ad articolo che non arrivano a mille euro al mese dopo anni di collaborazione
“Nel panorama dei quotidiani reggono molto bene quelli locali, che vivono ancora grazie ai propri lettori”. Tra questi, per esempio, “la Libertà di Piacenza, la Gazzetta di Parma, ma anche il Gazzettino, il Mattino di Padova e la Tribuna di Treviso e le cronache locali di Repubblica e Corriere della Sera”. Dove, però, a lavorare sono presenti nelle rispettive redazioni “centinaia di giornalisti collaboratori a 2, 4 ,6, 9 euro ad articolo, ne scrivono anche 5 al giorno con uno stipendio che non arriva a 1000 euro, anche dopo decenni di collaborazione continuativa”.