Contestazioni al provvedimento del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, riguardante la chiusura per l’emergenza Coronavirus dei mercatini rionali, da parte dell’avvocato Anna Di Marino, in rappresentanza del Mercato Rionale Kerbaker (sito nel quartiere napoletano del Vomero), per la quale “la chiusura di attività commerciali di generi alimentari nei mercati rionali coperti, a mio necessita di un ulteriore approfondimento.
Da un punto di vista squisitamente economico, si vuol specificare che i venditori di tali attività, possono e devono esser definiti, commercianti di generi alimentari al pari di qualsivoglia altro commerciante, venditore della stessa categoria, in un negozio privato, con ugual codice ATECO, uguali diritti e doveri sia sociali, sia economici, sia tributari.
La riapertura sarebbe “utile al fine che si vuol raggiungere, minori aggregazioni dinanzi a negozi o supermercati, minor spese economiche, maggior tutela e riduzione dei rischi”. Inoltre, in quel mercato, “i negozi di prima necessità sono 6, suddivisi per 3 corsie, con ogni corsia dotata di ingresso indipendente: ciò permette la possibilità di gestire gli ingressi”.
Senza dimenticare la regolarità dei servizi igienici (“ogni negozio di cui si chiede la riapertura, di vendita di beni esclusivamente alimentari è provvisto al proprio interno di lavabo autonomo e funzionante”, mentre riguardo i bagni “ve n’è uno per uomini e l’altro per donne, e ciascuno a sua volta è suddiviso per toilette ad esclusivo uso degli operatori e toilette pubbliche, per un totale di 7 toilette a fronte di 6 operatori”) e che “eventuali vendite avverranno in totale rispetto regole, in massima sicurezza sia per il pubblico che per gli operatori, i quali tutti sarebbero dotati di tutti gli strumenti DPI, procurati autonomamente”.
La domanda che Di Marino porge a De Luca è dunque la seguente: “Ravvisata una situazione sanitaria migliore, con curva in discesa a livello regionale, qual è la motivazione per cui detti lavoratori, di generi alimentari, con codice ATECO 47.2, non devono e non possono svolgere la loro funzione sociale ed economica, laddove tale funzione sarebbe, ovviamente esercitata nel rispetto di tutte le norme ed i protocolli del caso? Insistere sulla chiusura dei mercati in Campania, significa discriminare gli operatori, e di conseguenza distinguere lavoratori di serie A e serie B”.
Come al Vomero, anche a Fuorigrotta il mercatino alimentare di via Metastasio (ex via Cerlone) e gli altri sono chiusi, con i commercianti che anche nei giorni precedenti le festività pasquali non hanno avuto la possibilità di lavorare, pur vendendo generi alimentari.
In questo caso, i mercatini sono chiusi in quanto i box non sono provvisti di servizi igienici indipendenti, come da chiarimenti in riferimento all’ordinanza del governatore De Luca.
Articolo pubblicato il: 15 Aprile 2020 18:38