Coronavirus: il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia che le misure restrittive (in scadenza venerdì 3) saranno prorogate fino al 13 aprile. Forse già in serata il nuovo DPCM.
L’emergenza Coronavirus fermerà l’Italia almeno fino a lunedì 13 aprile. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, durante l’informativa in Senato, ha infatti confermato il prolungamento delle misure restrittive adottate dal Governo per contenere la diffusione dell’epidemia (in scadenza il 3 aprile):
“I dati migliorano ma -avverte Speranza- sarebbe un errore cadere in facili ottimismi. L’allarme non è cessato e per questo è importante mantenere fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni economiche e sociali e degli spostamenti individuali“. Speranza conferma dunque quanto più volte anticipato dal premier Giuseppe Conte, che già in serata dovrebbe firmare un nuovo DPCM per la proroga. Per il ministro della Salute ora è essenziale non abbassare la guardia: “Gli italiani hanno dato una grandissima prova di maturità -dice Speranza con orgoglio- Gli esperti dicono che siamo sulla strada giusta, e che le misure drastiche adottate iniziano a dare risultati. Ma sarebbe un errore imperdonabile scambiare questo primo risultato per una sconfitta definitiva del Covid, è una battaglia lunga, e non dobbiamo abbassare la guardia“.
Anche il ministro, proprio come il Presidente del Consiglio, dice che “la ripresa sarà prudente e graduale“, considerando il vaccino il traguardo indispensabile per un ritorno alla normalità: “Senza un vaccino -ha detto ancora Speranza- non sconfiggeremo mai il Covid, siamo tutti consapevoli che per un periodo non breve dovremo sapere gestire questa fase di transizione ed evitare l’esplosione di nuovi focolai“.
Infine, il ministro della Salute spiega che “siamo arrivati a 9mila posti di terapia intensiva, 75% in più in un mese. Questa crisi dimostra come il sistema sanitario nazionale costruito nel nostro Paese sia il patrimonio più prezioso che possa esserci. Su esso dobbiamo investire con tutta la forza che abbiamo ed è la cosa che conta davvero di più. Anche per onorare chi ha perso la vita nei presidi sanitari, deve tornare a essere strategico l’investimento sulla salute”.