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Coronavirus, verso la seconda fase: quale sarà il piano del Governo?

Emergenza Coronavirus: il Governo potrebbe stabilire zone rosse “mirate” e riaperture parziali. Ricciardi (OMS): “Aspettare che la diminuzione della curva che descrive l’incremento dei casi si stabilizzi”.

A circa un mese dall’avvio dell’emergenza Coronavirus, in Italia si sta per entrare nella “seconda fase”. Il Governo si sta preparando a tutte le possibilità, per una fase 2 gestita con tracciamento dei casi positivi e un maggiore utilizzo dei test, in modo da assicurare una parziale riapertura.

La curva dell’incremento dei casi e, soprattutto, di coloro che vengono ricoverati è ormai costantemente tra il 7 e l’8%, percentuale più bassa rispetto a quella della settimana scorsa: le misure di contenimento stanno dando, sia pure lentamente, i risultati sperati.

Ma allo stesso tempo bisognerà ripensare a un piano di parziale ripresa delle attività, che però ha realisticamente come ipotesi temporale gli ultimi giorni di aprile o i primi di maggio: “Alla seconda fase stiamo già lavorando, dobbiamo farci trovare pronti -spiega Walter Ricciardi, rappresentante italiano all’Oms e consigliere del ministro della Sanità- Prima però dobbiamo aspettare che la diminuzione della curva che descrive l’incremento dei casi si stabilizzi. Abbiamo fatto partire una serie di attività, a cominciare dalla call del Ministero dell’Innovazione insieme al Ministero della Salute per recepire le soluzioni tecnologiche che istituti di ricerca e imprese possono fornire. Devono aiutarci in una strategia di testing dei sintomatici precoci, dei guariti clinicamente e al personale sanitario. E quando vengono trovati i positivi vogliamo fare un tracciamento tecnologico, in maniera tale che si possa avere non un contenimento di massa, ma specifico per le persone contagiate e per i loro contatti. Ovviamente il lockdown continuerà fino a quando la curva non si sarà abbassata. Questa fase due potrà alleggerire le chiusure, ma serve tempo. Aprile sarà il mese decisivo, solo alla fine di quel mese potremo capire come e cosa riaprire. Si passerà da una forma di contenimento generale, a misure mirate. Isoleremo chi è contagioso con un ampliamento dei test, lasceremo circolare gli altri, pur mantenendo misure di distanziamento. Però serve ancora tempo”.

Sul rischio di una seconda ondata, gli esperti guardano all’esempio cinese: sono stati ridotti i nuovi casi, ma ogni giorno si combatte per eliminare un contagio d’importazione, persone che arrivano da altri paesi.

Le misure di contenimento (stare in casa) e l’effetto delle temperature più alte potrebbero diminuire la forza dell’epidemia, ma si rischia una seconda offensiva perché altri Paesi, anche vicini all’Italia, stanno viaggiando a velocità differenti.

Inoltre, il Coronavirus potrebbe avere un andamento simile all’influenza, con un nuovo picco in autunno. Secondo uno studio dell’Imperial College di Londra, si rischia una epidemia a ondate – due mesi di tregua e poi di nuovo un ritorno – per almeno un anno e mezzo: determinante sarà la messa a punto del vaccino.

Articolo pubblicato il: 27 Marzo 2020 12:27

Luigi Maria Mormone

Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.