lunedì, Dicembre 23, 2024

Covid 19, il vaccino è vicino: la bella storia di Uğur Şahin e Özlem Türeci

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Verso il vaccino: gli scienziati Uğur Şahin e Özlem Türeci (figli di migranti turchi e coppia nella vita) hanno fondato in Germania la BioNTech (azienda di biotecnologie che sta sviluppando la cura insieme a Pfizer).

La prospettiva di un vaccino contro il Covid 19 sta diventando sempre più reale, grazie all’efficacia di oltre il 90% mostrata dalla cura sviluppata da Pfizer in collaborazione con BioNTech Risultati positivi che, sebbene incompleti, hanno spinto la Pfizer a dichiarare di essere sulla buona strada per chiedere alle autorità sanitarie l’autorizzazione a vendere il farmaco entro la fine di novembre (per poi distribuirlo entro fine 2020).

Gran parte del merito di tali progressi va a Uğur Şahin e Özlem Türeci, due medici figli di migranti turchi (coppia anche nella vita), i quali hanno fondato in Germania la BioNTech.

Lo scorso gennaio, Şahin lesse un articolo scientifico sul Covid 19 nella città di Wuhan (Cina), che aveva il potenziale per diventare una pandemia. Ne discusse con la moglie, decidendo di dedicare buona parte delle risorse della loro azienda di biotecnologie per provare a sviluppare un vaccino di nuova generazione contro quel virus.Covid 19, il vaccino è vicino: la bella storia di Uğur Şahin e Özlem Türeci Şahin (55 anni) è figlio di un migrante turco che trovò lavoro a Colonia in una fabbrica dell’azienda automobilistica Ford e assecondò in seguito i desideri del figlio, che fin da bambino voleva diventare medico. Dopo la laurea in Medicina, lavorò per diverso tempo negli ospedali di Colonia e successivamente si trasferì a Homburg, dove conobbe Özlem Türeci (oggi 53enne), nata nella Bassa Sassonia da una famiglia di origini turche. Suo padre faceva il medico, cosa che la indusse a seguire la stessa strada, specializzandosi in Immunologia.

I due (sposatisi nel 2002) hanno fondato la Ganymed Pharmaceuticals, società di biotecnologie nata per sviluppare una nuova generazione di farmaci contro i tumori, basati sull’idea di sfruttare il sistema immunitario per indurlo a contrastare le cellule cancerose. La loro azienda ottenne fondi da diversi investitori e nel 2016 fu venduta alla multinazionale del farmaco giapponese Astellas per circa 1,4 miliardi di dollari.

Ma qualche anno prima, Şahin e Türeci avevano già avviato la costituzione di una nuova società, la BioNTech, dedicata a espandere ulteriormente le ricerche nel settore delle immunoterapie contro i tumori. I ricercatori di BioNTech iniziarono a lavorare sull’RNA messaggero (mRNA), la molecola che si occupa di codificare e portare le istruzioni contenute nel DNA per produrre le proteine.Covid 19, il vaccino è vicino: la bella storia di Uğur Şahin e Özlem Türeci Il resto è storia di quest’anno, con i due scienziati (oggi tra le 100 persone più ricche in Germania) che hanno pensato di sfruttare le conoscenze acquisite con le sperimentazioni svolte da BioNTech per produrre un vaccino di nuova generazione, basato sull’mRNA. Assegnarono circa 500 dipendenti della loro azienda a questa iniziativa, nell’ambito del progetto Velocità della luce, per segnalare la necessità di trovare in fretta una cura funzionante.

Tale vaccino contiene sequenze di mRNA con istruzioni per produrre alcune proteine specifiche del Covid, ma innocue in assenza del virus. L’organismo le produce e il sistema immunitario impara a riconoscerle e a contrastarle, serbandone poi memoria in modo da attaccarle nel caso di una successiva infezione da Covid.

Il progetto richiedeva maggiori risorse e aziende che avessero poi la capacità di produrre in poco tempo decine di milioni di dosi, nel caso in cui il nuovo vaccino si fosse rivelato efficace. Già a marzo, BioNTech strinse un accordo con l’azienda farmaceutica statunitense Pfizer per collaborare allo sviluppo del vaccino sperimentale. Fino alle belle notizie di questi giorni.

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