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Cresce in Campania il tumore ovarico: 500 nuovi casi annui

Tumore ovarico, circa cinquecento i nuovi casi annui in Campania per uno dei tumori più insidiosi. L’80 per cento delle pazienti se ne accorge quando la malattia è già grave.

Tumore ovarico: una vera e propria emergenza aggravata dall’assenza di esami diagnostici efficaci e quindi dalla difficoltà di fare prevenzione. Il cancro epiteliale dell’ovaio è la forma più frequente di tumore ovarico maligno e colpisce più spesso donne di età superiore a 50 anni, ma può colpire anche donne più giovani.

Nella maggior parte dei casi il cancro all’ovaio è sporadico, cioè non è identificabile una chiara predisposizione familiare, presente nel 5-10% delle neoplasie ovariche.

Il cancro all’ovaio spesso non provoca sintomi specifici nelle fasi iniziali di sviluppo: a causa di questo la diagnosi è spesso tardiva (oltre il 70% dei casi vengono diagnosticati in fase avanzata, quando la malattia è estesa fuori dalle ovaie e dalla pelvi).

Sintomi, esami e diagnosi

Non esistono indagini efficaci per la diagnosi precoce e non esistono quindi programmi di screening di popolazione. E’ importante tuttavia che le donne pongano attenzione alla comparsa di nuovi sintomi, anche se non specifici, soprattutto quando questi disturbi non sono fugaci, ma persistono: sensazione di gonfiore addominale, dolori pelvici, necessità di urinare frequentemente. Riferire questi disturbi al proprio Medico può aiutare ad anticipare la diagnosi.

Tumore ovarico, cosa si sta facendo

Acto Campania (Alleanza Contro il Tumore Ovarico) è un’associazione nata nel 2010 e presieduta da Mirosa Magnotti con lo scopo di indirizzare le donne ai centri specializzati, aiutare l’accesso alle terapie innovative e al test genetico per l’individuazione della mutazione dei geni BRCA1 e 2, coinvolti nel cancro della mammella. 

Per questo motivo oggi al Pascale si terrà il primo di quattro incontri, destinati a medici di famiglia, ginecologi, oncologi e genetisti con lo scopo di accrescere le conoscenze sulla malattia e evidenziare gli aspetti critici del percorso diagnostico e terapeutico del sistema sanitario ai fini di migliorare la cura.

Aspetti come la chirurgia di qualità, la centralizzazione delle cure in centri esperti, l’identificazione dei percorsi nell’ambito di una efficiente rete oncologica.

«Come prima iniziativa – dice Mirosa Magnotti – Acto vuole sensibilizzare le donne e i medici sull’importanza di effettuare il test genetico. Acto sostiene che tutti i casi dei tumori dell’ovaio dovrebbero essere sottoposti al test: la identificazione della mutazione consente di ricercare nelle famiglie delle pazienti i soggetti sani portatori di mutazioni che sono a rischio di sviluppare il cancro».

Al giorno d’oggi questa è l’unica modalità di prevenzione per il carcinoma dell’ovaio, ma purtroppo in Regione Campania ancora pochi test vengono effettuati e carenti sono le strutture in grado di fornire una corretta consulenza genetica. «Acto – continua Magnotti – vuole creare un sodalizio tra pazienti, le loro famiglie e tutti gli attori del sistema sanitario regionale».

I prossimi appuntamenti si terranno a luglio nell’azienda Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, a settembre al Ruggì d’Aragona di Salerno e al Rummo di Benevento. Al meeting del Pascale interverranno il direttore generale, Attilio Bianchi e gli specialisti Sandro Pignata, Stefano Greggi, Nicola Normanno e Sabrina Cecere.

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Maria Sordino

Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.