Pomigliano: le proteste per l’acquisto di Cristiano Ronaldo degli operai dello stabilimento campano e di Melfi stanno trovando per l’Uilm “un’eco sproporzionata”.
Il clamoroso arrivo di Cristiano Ronaldo nelle fila della Juventus ha fatto letteralmente infuriare gli operai Fca degli stabilimenti di Pomigliano d’Arco e Melfi, a tal punto che i lavoratori hanno proclamato uno sciopero dalle 22 di domenica 15 luglio fino alle 6 di martedì 17 luglio (stop disposto da Cobas e Usb). Il motivo di una protesta così clamorosa è principalmente etico: gli operai non accettano le cifre spese per cartellino (112 milioni di euro) e ingaggio del campione portoghese (31 milioni per 4 anni). Una sproporzione inaccettabile in relazione alla situazione di difficoltà di tanti lavoratori, che “non hanno aumenti da dieci anni“.
Sciopero per l’arrivo di CR7, Uilm: “L’acquisto non riguarda l’azienda”
Tuttavia, la Uilm ridimensiona la portata di tale agitazione attraverso le parole di Gianluca Ficco, segretario nazionale responsabile dei settori auto ed elettrodomestici: “Il nostro giudizio sugli scioperi dichiarati negli stabilimenti Fca di Pomigliano e di Melfi, proclamati da sigle minori per protestare contro l’acquisto di Ronaldo da parte della Juventus, non hanno una natura autenticamente sindacale e stanno trovando un’eco mediatica del tutto spropositata -riporta “Il Mattino”- Lo sciopero è un diritto fondamentale di rilevanza costituzionale, che va utilizzato con grande serietà e che comporta un sacrificio salariale da parte dei lavoratori, un sacrificio che si giustifica quando ci sono diritti concreti da difendere. L’acquisto di Ronaldo -sottolinea Ficco- non solo non concerne i diritti dei lavoratori, ma non riguarda nemmeno l’azienda in cui è stato proclamato, giacché Fca e Juventus sono società completamente distinte. In ogni caso sarà l’adesione dei lavoratori, che immaginiamo molto modesta, a dimostrare quanto poco rilevante nella realtà sia questa vicenda. L’attenzione spropositata dei media corre il rischio di dare un’immagine completamente rovesciata e grottesca della vita di fabbrica, delle aspettative dei lavoratori e delle dinamiche sindacali”.
Cristiano Ronaldo, 5 operai Fiat licenziati chiedono un incontro con lui
Dopo i manifesti con cui contestavano l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juve, cinque ex operai dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco, il cui licenziamento avvenuto nel 2014 è stato reso definitivo da una sentenza di Cassazione, chiedono un incontro con CR7. I lavoratori sottolineano di non avercela con lui. “Sappiamo che il tuo lavoro è fare il calciatore – scrivono in una missiva scritta insieme ad alcuni operai di altri stabilimenti del gruppo Fca, riportata dall’Ansa – ma prima del lavoro e dei doveri che questo impone, in ogni uomo c’è prima di tutto la sua dignità. Tieni presente che i soldi che la Juve ti vuole dare, come tutto quello che posseggono i padroni, ha un’unica fonte: il lavoro di noi operai“.