Questa 7° edizione del Festival Barocco Napoletano ha, senza dubbio, qualcosa di speciale visti i lusinghieri successi di questi primi appuntamenti caratterizzati sempre da ottimi musicisti e interessanti proposte, nonostante i trionfi delle precedenti edizioni.
L’apporto fondamentale del suo Presidente dott. Massimiliano Cerrito e del suo Direttore Artistico Keith Goodman, fanno la differenza sia dal punto di vista professionale che da quello artistico-musicale, confezionando ogni volta serate di grande interesse culturale, promuovendo e divulgando “storie” musicali che stimolano la curiosità e la passione per quello che è considerato uno dei periodi più fecondi di Napoli quando era Capitale Europea: il Settecento Musicale Napoletano.
Tuttavia, la lungimiranza e la competenza musicale dei due artefici di tale progetto, precedentemente menzionati, ha permesso ad entrambi di inserire all’interno della rassegna anche un Festival Pianistico dedicato ad Alberto Napolitano, giunto alla sua II° edizione. Il quinto appuntamento, quello di lunedì 18 marzo, nella nuova e più raccolta location della Chiesa Luterana di Napoli, ha visto protagonisti, con la ormai collaudata formula del “doppio concerto” (il primo alle 19.00, seguito dal secondo alle 20.00), due eccellenti pianisti, diversi per esperienza e per programma di sala.
La serata è stata aperta dal giovane e promettente pianista Domenico Di Francia che, sotto la preziosa guida del M° Girolamo De Simone, ha affrontato un impegnativo e “coraggioso” programma eseguito senza soluzione di continuità, passando per Bach, Siloti, Ligeti, Chopin, Part e con un omaggio al suo stesso maestro De Simone, dimostrando padronanza della tastiera attraverso una buona tecnica e una profonda interpretazione musicale.
Di tutt’altra natura la seconda parte del concerto, dove si è esibito, invece, un esperto e maturo pianista classico Giovanni Rea, che già da qualche tempo sta mettendo al servizio della sua eccellente tecnica pianistica, brani poco eseguiti di autori sconosciuti (almeno ai non addetti ai lavori), che nella loro lunga carriera artistica hanno invece contribuito in maniera determinante al cosiddetto “blocco portante di quella che fu poi definita Scuola Pianistica Napoletana”.
Mi riferisco al calabrese Alessandro Longo, allievo di Beniamino Cesi, che fu un grande compositore, un eccellente pianista e un raffinato didatta, ma soprattuto un attento e meticoloso revisore di musiche per pianoforte, di cui vanno segnalate senza dubbio le opere clavicembalistiche di Domenico Scarlatti, di cui curò la prima edizione integrale, contraddistinta dalla sigla “L” seguita dal numero d’ordine.
La passione per la riscoperta di questo autore, che ha comportato uno studio molto impegnativo e lodevole, ha portato Giovanni Rea a proporre alcuni pezzi interessanti di Longo, come Le campane di S. Petronio, Nel Bosco e Passacaglia, tratti dai “Pezzi caratteristici” op. 40 del 1901, seguito da una coinvolgente Danse Espagnole op. 16 n.6 del 1890, per terminare con la Sonata n.5 op. 67 del 1912. Tutti brani, questi, dotati di una grande difficoltà tecnica il cui studio è stato però ripagato dalla soddisfazione di far conoscere agli intervenuti alla serata, anche un autore cosi prolifico e importante del tardo-romanticismo.
L’entusiasmo del numeroso pubblico presente, sottolineato dai lunghi applausi, ha preteso il classico bis, e quando qualcuno dal pubblico ha gridato “Chopin”, il M° Rea ci ha sorpreso una seconda volta, eseguendo al pianoforte un bellissimo e delicato Valzer di Pietro Platania, un eccellente e fecondo compositore siciliano che, nel 1885 fu chiamato alla direzione del Conservatorio di Napoli, città dove poi scomparve nel 1907.
Ma l’emozione più bella è stata senza dubbio quando il Presidente del FBN Massimiliano Cerrito, ha annunciato la presenza in chiesa degli eredi dello stesso Platania: una doppia soddisfazione, quindi, per il M° Rea esibirsi davanti agli stessi. Voglio inoltre aggiungere che il lavoro di ricerca e di studio che il M° Rea porta avanti con tanta determinazione, professionalità e successo, e in tal senso voglio ricordare anche il “suo” Saverio Mercadante, dovrebbe essere di esempio per tanti altri musicisti che, come lui, dovrebbero studiare molto di più per proporre anche compositori finiti vergognosamente e indegnamente, nell’oblio.
Il prossimo appuntamento con il Festival Baracco Napoletano, è fissato per lunedì 8 aprile, alla Fondazione De Felice di Palazzo Dann’Anna, con il Fabio Menditto Ensamble: “Strumenti a plettro nella corte di Napoli”.
Articolo pubblicato il: 24 Marzo 2024 16:13