Primo ciak a Castrocaro per il docufilm “Dante: l’esilio di un poeta” di Fabrizio Bancale prodotto dalla Società Dante Alighieri. Sarà un viaggio nei luoghi dell’esilio del Sommo Poeta, in occasione dei 700 anni della morte, con la volontà di raccontare e scoprire un Dante diverso, meno accademico e più umano, sottolineandone la sua contemporaneità. “Il nostro sarà un viaggio reale e visionario che, partendo dai luoghi e attraversando alcune delle pagine più significative della produzione dantesca, vuole provare a stimolare nuove prospettive, suggestioni, incantamenti”, spiega il regista Bancale.
Attraverso l’Italia centro settentrionale, a guidare per mano la troupe, composta da Penelope Zaccarini e Mario Di Fonzo, oltre allo stesso Bancale, ci saranno esperti dantisti, esimi professori e rappresentanti dei diversi comitati danteschi presenti sul territorio, per narrare aneddoti, fornire spiegazioni, regalare curiosità. Ma non solo loro. “Durante il percorso incontreremo anche personaggi strani, grotteschi, a volte comici, a volte drammatici, come maschere teatrali. Sono apparizioni, visioni, anime erranti, proprio come il nostro Dante”.
Il percorso comincia nelle terre della Toscana e della Romagna: dalle valli della Garfagnana, alle rive dell’Arno, nelle quali Dante visse i primi turbolenti anni del suo esilio, tra battaglie, rabbia, illusioni e profonde delusioni. Poi nella zona della Lunigiana, dove fu accolto dalla nobile famiglia dei Malaspina per conoscere un breve momento di quiete che gli consentì di ritornare a dedicarsi alla poesia.
Si raggiungerà il Casentino dove, tra i feudi dei conti Guidi, Dante concluse le prime due cantiche della Divina Commedia, l’Inferno e il Purgatorio. Ma il suo spirito è inquieto e lo porterà a spostarsi ancora, prima a Verona, alla corte di Cangrande della Scala, signore della città scaligera, al quale dedicherà l’ultima cantica della sua Commedia; e infine a Ravenna. Qui Dante termina la sua esistenza terrena, e sulla sua tomba si conclude anche il viaggio.
“Dante: l’esilio di un poeta” è scritto dallo stesso Bancale, con la collaborazione di Germano Rubbi, e vede la direzione artistica di Lamberto Lambertini e la consulenza storica di Alberto Casadei, Gino Ruozzi e Marco Veglia.
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