Guerra in Ucraina: il governatore Vincenzo De Luca commenta il conflitto appena cominciato. Sull’Italia: “Bisogna porsi il problema dell’autonomia energetica”.
Nel corso della consueta diretta Facebook del venerdì, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, affronta il tema della drammatica guerra appena iniziata in Ucraina: “Voglio esprimere la nostra solidarietà più profonda al popolo ucraino, a quelli che stanno vivendo in queste ore momenti drammatici, alle famiglie che vengono sconvolte, ai profughi che cominciamo a trovare in fuga dai territori di appartenenza -afferma con emozione il numero uno di Palazzo Santa Lucia – Ci sono stati conflitti anche in Europa in questi anni nel dopoguerra, in particolare abbiamo avuto nell’ex Jugoslavia conflitti drammatici, episodi di barbarie, di pulizia etnica, ma non avevamo mai avuto un’immagine così violenta e pesante di una guerra vera messa in campo da un grande Paese e una grande potenza militare come la Russia”.
Per De Luca, la Russia “rappresenta un pericolo permanente perché vuole ricostruire in qualche modo l’impero, la superpotenza. La Russia sta vivendo con grande frustrazione il crollo dell’Unione Sovietica, il passaggio da grande potenza planetaria a Stato regionale. Putin interpreta questa grande frustrazione. Il problema non finirà con l’Ucraina e avremo davanti a noi anni, forse decenni, difficili”.
Una guerra che a suo parere porterà conseguenze economiche anche per l’Italia: “Siamo dipendenti dal gas russo, abbiamo la dipendenza energetica più pesante di tutti i Paesi occidentali, e perché con la Germania siamo i Paesi che esportano di più tecnologie, meccanica di precisione, in Russia -prosegue il governatore – Le sanzioni economiche bloccheranno questi scambi commerciali. Subiremo un danno dal punto di vista delle esportazioni industriali più pesante rispetto ad altri Paesi. Se dovessimo avere l’interruzione della fornitura di gas da parte della Russia, ci dovrà essere un meccanismo di solidarietà di tutti i Paesi occidentali verso l’Italia e, se necessario, verso la Germania, utilizzando in comune le risorse strategiche di gas accumulate in ogni Paese”.
Perciò, “questa guerra ci pone anche il problema dell’autonomia energetica. Da questo punto di vista l’Italia è il Paese più debole dell’Occidente, siamo dipendenti dal punto di vista delle forniture energetiche dai Paesi esteri per il 95%. Un Paese dipendente dagli altri per il 95% non può difendere la propria autonomia e libertà sul lungo periodo. Questa vicenda ha richiamato l’Italia alla realtà dura. Per troppi anni, per decenni l’Italia non ha considerato con attenzione il problema della sua autonomia energetica.
Non possiamo essere messi in ginocchio dalla chiusura di un gasdotto o dal blocco delle forniture petrolifere. In questi decenni noi abbiamo dato prova di grande superficialità, infantilismo e dilettantismo politico, ci siamo comportati come bambini viziati. Abbiamo detto no a tutte le fonti energetiche, non comprendendo che riorientare la nostra economia in direzione di una transizione ecologica non può significare perdita di autonomia e cambiare tutto un sistema dalla sera alla mattina”.