Antonio Di Maio si assume tutte le responsabilità in merito alla vicenda scoperta grazie alle Iene sull’azienda di famiglia e difende la buona fede del vicepremier.
“Sono semplicemente un piccolo imprenditore che ha commesso degli errori”. Così Antonio Di Maio, il padre del vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, in un video su Facebook che lo vede visibilmente emozionato, torna sulla vicenda tirata fuori dalle Iene sull’azienda di famiglia. “Chiedo scusa alla mia famiglia – sottolinea – per i dispiaceri che hanno provato e chiedo scusa anche agli operai che hanno lavorato senza contratto per la mia azienda alcuni anni fa”.
“Mi dispiace per mio figlio Luigi che stanno cercando di attaccare, ma lui non ha la minima colpa e non era a conoscenza di nulla – assicura Antonio Di Maio – Come ogni padre ho provato a non far mancare nulla alla mia famiglia, per questo nei periodi difficili ho cercato di andare avanti da solo perché non volevo pesare su di loro. So che tanti papà mi capiscono”.
“Io ho certamente commesso degli errori, delle leggerezze – ribadisce – di cui mi prendo tutte le responsabilità e, come ho già detto, sono pronto a rispondere dei miei errori, ma dovete lasciar stare la mia famiglia”. “Essere un piccolo imprenditore non è facile – dice Di Maio senior – soprattutto quando le commesse non vengono pagate, c’è crisi, e a volte si ha paura di non andare avanti. Ho sbagliato a prendere lavoratori in nero, per carità, ma l’ho fatto perché in quel momento non trovavo altra soluzione a una situazione difficile”. “Ribadisco che i miei figli – continua – non c’entrano nulla in tutto questo, ho nascosto i miei errori per un motivo banale che per me era importante: avevo paura di perdere la loro stima, cosa che forse è accaduta comunque”.
“Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenza e il coraggio di Luigi – afferma – , ecco che sono partiti gli attacchi spropositati verso la sua famiglia, pur di screditarlo e togliergli la voglia di andare avanti. Cosa che, se conosco mio figlio, non succederà”. “Luigi a volte ha dato una mano in azienda, come fanno tanti figli con i padri, e ci sono tanti documenti che lo provano: lui li ha già pubblicati. Io sono molto orgoglioso dei miei figli e sono orgoglioso di Luigi”, dice ancora il padre. “Non voglio certamente discolparmi se ho fatto degli errori – continua Antonio Di Maio nella videolettera, con la voce che si incrina – e voglio da padre a figlio dire a Luigi che mi dispiace per tutto quel che sta passando. Da padre posso solo incoraggiarlo ad andare avanti, non perché è mio figlio, ma perché credo che sta facendo il bene di questo paese contro tutto e contro tutti”.
“Voglio precisare – aggiunge – una cosa importante: non esiste nessuna elusione fraudolenta. Nel 2006 ho deciso di chiudere la mia azienda per debiti tributari e previdenziali, che non ero in grado di pagare, questi avevano bloccato l’attività di impresa, per cui non vi era altra strada che chiuderla. Non ho sottratto i miei beni alla garanzia dei creditori, tant’è che quattro anni dopo, nel 2010, Equitalia iscrive ipoteca legale su due terreni e un fabbricato di mia proprietà a Mariglianella”. “Successivamente – va avanti Di Maio senior – mia moglie ha avviato una nuova attività di impresa che ha pagato regolarmente le tasse, quindi non c’è stato nessun intento elusivo, né elusione di imposte sui redditi prodotti dalla nuova ditta di mia moglie, né sottrazione della garanzia patrimoniale per i debiti pregressi alle pretese dei miei creditori”.
“Quando nei giorni scorsi – racconta poi – la polizia municipale è venuta a Mariglianella per controllare il capanno sul terreno di proprietà mio e di mia sorella, l’area è stata sorvolata da un drone, come nei giorni scorsi la nostra casa. C’erano giornalisti e telecamere ovunque. Forse non spetta a me giudicare, ma – sottolinea – mi sembra un trattamento che si riserva a un pericoloso criminale e mi spiace per i miei vicini e per tutto il paese”. “Ammetto che nel cortile avevo lasciato qualche mattone e dei sacchi con del materiale edile ed altre cose. Anche in questo caso, se ho sbagliato me ne assumo la responsabilità. Ma essendo la mia proprietà privata, non pensavo che questo potesse essere addirittura un reato ambientale”, conclude Di Maio senior.