Un abominio per l’infanzia violata, un fenomeno che sembra appartenere a paesi lontani e con cui, invece, dobbiamo confrontarci a casa nostra: il dramma delle spose bambine di Palermo.
di Maria Sordino – Hanno dai 13 ai 17 anni e sono originarie del Bangladesh, del Pakistan, dell’India e dello Sri Lanka, ma sono nate e cresciuta a Palermo. Improvvisamente spariscono dalle scuole per tornare nel Paese d’origine e sposare un lontano parente, molto più grande di loro e che non hanno mai conosciuto. Sono le spose bambine palermitane che vivono ogni giorno il conflitto fra la cultura occidentale in cui sono cresciute e quella dei loro genitori, che le rende vittime inconsapevoli di una piaga mondiale e viola i loro diritti umani. Un fenomeno sommerso che è venuto alla luce grazie alla denuncia delle scuole, ma che resta difficile da quantificare in dati anche da parte delle associazioni che se ne occupano. Proprio dai banchi di scuola partono, infatti, le segnalazioni alle autorità competenti e il tentativo di dialogo con le famiglie.
Tante però sono le bambine che tacciono, schiacciate dalla scelta che i genitori hanno fatto per loro. “Non è facile — dice Alessandra Notarbartolo, coordinatrice antiviolenza 21 Luglio, a Repubblica — che queste ragazze si ribellino alle loro famiglie. Direi che è quasi impossibile. I casi che abbiamo seguito spesso non hanno avuto un lieto fine. Se la violenza contro le donne è sommersa, quella che coinvolge queste ragazze è sepolta. Denunciare per loro significa isolamento totale”. Ma quali sono le cause? Alla base di questo fenomeno c’è sostanzialmente un problema culturale e di povertà: i genitori vendono i propri figli per ricevere in cambio i soldi necessari al sostentamento della famiglia, un comportamento che ha generato oggi, nel mondo, oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale. Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne, una volta su tre con meno di 15 anni. Sono bambine che hanno dovuto spesso affrontare violenze domestiche e gravidanze precoci e che, almeno in 70000 casi, hanno comportato complicazioni gravi, portandole alla morte (dati Unicef). In Italia, per fortuna, episodi come quelli denunciati a Palermo, sono sporadici. Da noi esistono norme chiare, anche se resta fondamentale promuovere sistematicamente il tema del matrimonio forzato nelle scuole, nei centri sociali e in quelli anti-violenza, per far sì che le minori conoscano i loro diritti e sappiano come e a chi chiedere aiuto. Il numero nazionale di Emergenza infanzia, gestito da Telefono azzurro in collaborazione con il dipartimento per le Pari opportunità, è il 114.
Un obiettivo comune – La comunità internazionale si è impegnata a mettere fine alla pratica dei matrimoni precoci entro il 2030, tuttavia se il numero di spose bambine nel mondo crescerà ai ritmi attuali nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050, sempre secondo i dati diffusi.
Video tratto da L’ora della verità, 1969 (di Gianni Bisiach) – Elvira Banotti contesta Indro Montanelli per aver sposato in Africa una bambina di 12 anni.
nella foto di copertina: Celebrato al Pantheon il matrimonio tra Giorgia, 10 anni, e Paolo, 47 anni. Una finta cerimonia organizzata da Amnesty International Italia per dire basta alle spose bambine.
Articolo pubblicato il: 14 Settembre 2017 18:52
1 Dicembre 2018 21:33
Redazione
2Anews è un magazine online di informazione Alternativa e Autonoma, di promozione sociale attivo sull’intero territorio campano e nazionale. Ideato e curato da Antonella Amato, giornalista professionista. Il magazine è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n.67 del 20/12/2016.